Terza dose, Sileri: «Da gennaio la faranno tutti. Via prima le mascherine, poi il Green pass»

Terza dose, Sileri: «Da gennaio la faranno tutti. Via prima le mascherine, poi il Green pass»
Terza dose, Sileri: «Da gennaio la faranno tutti. Via prima le mascherine, poi il Green pass»
Martedì 26 Ottobre 2021, 12:29 - Ultimo agg. 22:10
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Prima il distanziamento, poi le mascherine al chiuso e solo alla fine il Green pass. A dettare il ritmo per la futura rimozione delle restrizioni in Italia è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Un ritorno alla normalità a cui però, come precisa lo stesso chirurgo intervenendo a Radio Capital, ci si approccerà con «cautela», tant'è che appunto «si procederà per gradi». Una cautela appunto, che non consente al momento di definire quando percorso inizierà a tutti gli effetti. Nonostante si avvicini il termine ultimo per la scadenza dello Stato di emergenza infatti, con ragionevole certezza il 31 dicembre non porterà con sé l'eliminazione di tutte le restrizioni anti-Covid né del Green pass. Innanzitutto perché l'emergenza in sé non può dirsi conclusa, anzi. E di conseguenza anche perché la campagna vaccinale, e quindi la funzione primaria della certificazione verde (concepita nella sua versione italiana come stimolo alle immunizzazioni), ha ormai già imboccato la strada di una nuova estensione.

Terza dose per tutti a 6 mesi dalla seconda

Resteranno quindi con buona probabilità delusi quei lavoratori che hanno scelto di non vaccinarsi, anche sperando di dover solo "stringere i denti" fino alla fine dell'anno pagagandosi i tamponi o rinunciando allo stipendio. Certo, ci sarà bisogno di nuovi provvedimenti ordinari che incardinino il Green pass e quindi di un notevole lavoro di raccordo politico all'interno della maggioranza, ma Palazzo Chigi non ha mai fatto mistero che la possibilità è concreta ed è sul tavolo. Specie ora che l'Rt e le ospedalizzazioni sono in lieve risalita, e in molti Paesi vicini (specie dei Balcani) la situazione del contagio appare già fuori controllo. 

D'altronde la campagna vaccinale va ancora completata. In primis per raggiungere quel 90 per cento della popolazione vaccinabile immunizzata ormai individuato come soglia minima per tirare un sospiro di sollievo (ma al momento siamo circa all'87 e le prime dosi sono quasi al palo).

E in secondo luogo per trainare con la stessa intensità vista fino a qualche settimana fa anche le terze dosi. Il richiamo, o dose booster, necessario a rinvigorire la copertura anticorpale a 6 mesi dall'iniezione precedente. Questa per il momento non è ancora una situazione già definita perché si attendono nuovi dati ma, tanto il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro quanto il numero uno del Cts Franco Locatelli (o anche Gianni Rezza del Dipartimento di prevenzione del ministero della Salute e lo stesso Sileri) ormai già definiscono «verosimile» lo scenario in cui tutti saranno sottoposti ad una terza dose.

La road map

Qualche dubbio in più c'è per i giovanissimi tra i 12 e i 20 anni, ma è anche vero che per loro comunque il nuovo richiamo non sarebbe necessario prima della prossima primavera. Ricapitolando al momento la terza dose è prevista "solo" per fragilissimi e trapiantati, over80 e ospiti delle Rsa, operatori sanitari e over60 con altre patologie. E ne sono già state somministrate oltre un milione. Tuttavia, la necessità di un "booster" non si limita a queste particolari fasce della popolazione. Anzi, come sottolineato dallo stesso Sileri, si procederà «da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose». Per cui, salvo alcune categorie come i lavoratori delle forze dell'ordine e in parte gli insegnanti vaccinati con precedenza lo scorso anno, tra gennaio e febbraio sarà la volta dei cinquantenni e poi, per fasce d'età, si procederà di conseguenza. Il tutto, stando alle parole del sottosegretario, sempre mantenendo alta l'attenzione e senza abbandonare il Green pass. 

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