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Thomas Bricca ucciso ad Alatri, nuove perquisizioni: controlli su due fratelli

Verifiche anche a casa di uno zio e del padre dei due giovani: quelle risse prima del delitto

Thomas Bricca ucciso ad Alatri
Thomas Bricca ucciso ad Alatri
di Giovanni Del Giaccio e Pierfederico Pernarella
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 21 Febbraio 2023, 07:10 - Ultimo agg. : 16:18
4 Minuti di Lettura

Un elicottero dei carabinieri ha appena cominciato a sorvolare a bassa quota il cielo di Alatri, sulle strade è un andirivieni delle pattuglie dell'Arma e sugli smartphone comincia il tam tam: «Questa volta ci siamo». Nella città del frusinate è forte la convinzione che finalmente, a tre settimane dall'agguato, si sia arrivati ad un svolta nelle indagini sull'omicidio di Thomas Bricca, il 19enne ucciso da un proiettile la sera dello scorso 30 gennaio per uno scambio di persona. Nel tardo pomeriggio le aspettative resteranno però deluse. «Non ci sono indagati, si è trattato di un controllo straordinario del territorio», informano dal comando dell'Arma di Frosinone. Nei fatti i controlli straordinari sono consistiti principalmente nelle perquisizioni nelle abitazioni che sono nelle disponibilità di quattro componenti della stessa famiglia finiti tra i sospettati perché coinvolti nelle risse avvenute nel weekend precedente all'omicidio. Si tratta di due fratelli (M. T., N.T.), e F. D., quest'ultimo zio dei primi due, ferito alle gambe dopo la rissa avvenuta il giorno prima dell'agguato. I controlli hanno riguardato anche il padre dei due fratelli. Carabinieri e Procura precisano che non ci sono iscritti sul registro degli indagati. Due delle persone controllate ieri sono le stesse che si presentarono in caserma un paio di giorni dopo il delitto, dicendo che non c'entravano.

APPROFONDIMENTI
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Cinque le perquisizioni effettuate, la principale alle Fraschette, una zona di campagna poco distante dal centro di Alatri, dove si trova la villa di famiglia dei fratelli coinvolti nelle risse con Omar, il giovane di origini marocchine amico di Thomas, ritenuto il vero bersaglio degli spari. I carabinieri, con l'impiego di una unità cinofila, hanno passato al setaccio ogni angolo dell'abitazione e le pertinenze esterne. Scoperchiati anche i pozzetti e visionato il tetto. Nel giro di breve tempo, davanti alla villa, si è formato un capannello di persone. Amici di Thomas, curiosi, cameramen. Poco dopo l'inizio del blitz è arrivato anche il padre del ragazzo ucciso, Paolo Bricca, che fuma nervosamente e con lo smartphone scatta foto mentre gli investigatori si aggirano in ogni anfratto della casa. A chi gli si è avvicinato ha ripetuto quello che va dicendo dal primo momento: «I nomi dei presunti responsabili mi sono arrivati alle orecchie già quando mio figlio era sull'elicottero ed io mi ero messo in macchina per raggiungerlo in ospedale a Roma».

Non lo dice chiaramente, ma il riferimento è ai sospettati finiti nel mirino degli investigatori.

I carabinieri sono rimasti al lavoro per circa 5 ore, fino al calare del sole. I controlli si sono estesi anche a un rudere della zona, che fa parte dell'area dell'ex campo di internamento della Seconda guerra mondiale. Gli investigatori cercano l'arma, una pistola a tamburo, da cui sono partiti gli spari, ma anche lo scooter, un T-Max, utilizzato dai killer. Le perquisizioni hanno riguardato altre due abitazioni: una della stessa famiglia, nella zona della stazione, e un'altra di una persona legata a uno dei sospettati. In serata si diffonde la notizia del ritrovamento di un casco sospetto, ma la circostanza viene smentita. 

 

«Le indagini si stanno muovendo nella direzione che tutti pensavamo - commenta Lorenzo Sabellico, lo zio Thomas -. Ora attendiamo notizie dalle autorità su eventuali indagati dopo le perquisizioni di queste ore. Lo sospettiamo sin dal primo momento: l'agguato è stata una conseguenza delle risse avvenute nei giorni precedenti. Risse alle quali Thomas non ha preso parte».

Agli assassini lo zio di Thomas dice: «Costituitevi, tanto prima o poi la giustizia arriva. Costituirsi è l'unico modo per pagare e riabilitarsi con la coscienza. Ma voglio rivolgere quest'appello non solo a chi ha ucciso mio nipote, ma anche chi li ha coperti e li ha spalleggiati nel tempo». 

 

Per la famiglia di Thomas c'è qualcuno che copre i suoi killer e anche per questa ragione il legale, l'avvocato Marilena Colagiacomo, sta svolgendo indagini difensive per aiutare gli inquirenti a trovare i colpevoli. «È chiaro a tutti, ma con questa attività vogliamo ribadirlo: Thomas con questa storia non c'entrava niente», dice lo zio.

«Stiamo raccogliendo i pezzi per comporre il puzzle», commenta l'avvocato Colagiacomo. L'attività investigativa della difesa è consistita nell'acquisizione dei filmati delle telecamere, pubbliche e private, e nella raccolta di testimonianze degli amici di Thomas e non solo. «Non si tratta di indagini parallele, informeremo la Procura di ogni nostro passo - precisa il legale -. Al momento non abbiamo notizie di fermi o di iscrizioni nel registro degli indagati. Spero che gli inquirenti stiano seguendo una pista ben precisa. Sicuramente con le risse c'è qualche collegamento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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