Traffico di droga e rapine a Pavia: donna boss imitava Imma di Gomorra

Traffico di droga e rapine a Pavia: donna boss imitava Imma di Gomorra
Mercoledì 14 Marzo 2018, 12:19 - Ultimo agg. 19:53
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La Guardia di finanza di Pavia e gli uomini dello Scico stanno conducendo un'operazione per smantellare un'associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti e alle rapine attiva in tutta Italia. Sono in corso di esecuzione 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere in Lombardia, Calabria e Puglia. I reati contestati sono traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, detenzione di armi da guerra, tentata rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono stati sequestrati beni mobili e immobili per oltre 2 milioni di euro e sono state effettuate oltre 30 le perquisizioni. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano hanno consentito il sequestro di oltre due tonnellate di stupefacenti.

Una donna, indagata nel blitz della Gdf di Pavia contro una associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti e alle rapine, «assumendo la figura della "donna del capo"», ossia di uno dei destinatari della misura, «verosimilmente» emulava la «figura di "donna Imma", la moglie del boss della camorra Pietro Savastano della nota serie tv Gomorra». È quanto emerge dall'ordinanza del gip di Milano Roberta Nunnari emessa nell'inchiesta del pm Maurizio Ascione.

Per Vanessa Costantino, 24anni che, secondo le indagini, avrebbe emulato "donna Imma", il pm Ascione aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il gip Roberta Nunnari ha deciso di non applicarla nei suoi confronti e, dunque, la donna è indagata nell'inchiesta ma non è una dei 24 destinatari della misura cautelare. Per il giudice, infatti, malgrado Costantino risulti «compiutamente inserita nelle attività illecite del gruppo adoperandosi per il conteggio del denaro» da consegnare a un indagato, nonché qualificandosi «referente e intermediaria di Beccalli», suo compagno, «una volta che costui aveva iniziato la detenzione», mancano le prove, secondo il gip, per contestarle la «partecipazione alle attività dell'associazione».
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