Gli accertamenti, condotti dalla polizia Stradale di Aprilia e dal Nucleo investigativo di polizia ambientale forestale-Nipaaf, del Gruppo carabinieri di Latina, hanno permesso di appurare che il materiale prodotto da una azienda specializzata non poteva qualificarsi come compost ma veniva lo stesso smaltita in alcuni terreni, anche scavando profonde buche con delle ruspe.
Gli sversamenti avvenivano non solo in zone vicine all'azienda stessa ma anche in terreni agricoli in provincia di Roma. «Questa mattina abbiamo proceduto anche ad un sequestro preventivo pari a circa un milione di euro», ha detto nel corso di una conferenza stampa il procuratore facente funzioni di Roma, Michele Prestipino. Gli inquirenti hanno spiegato che il danno ambientale è «enorme». «Nei terreni in cui è stato interrato il finto compost sono piantati anche olivi e granturco e sono attigui ad altre piantagioni: il rischio che tramite le falde acquifere questo materiale possa aver inquinato le coltivazioni c'è ed è reale», hanno affermato gli investigatori.