Trapianto di utero, il miracolo di Alessandra: è la prima bambina nata in Italia

Trapianto di utero, il miracolo di Alessandra: è la prima bambina nata in Italia
di Ettore Mautone
Sabato 3 Settembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 17:55
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È nata a Catania la prima bambina in Italia dopo un trapianto d'utero. È il sesto caso nel mondo. La piccola si chiama Alessandra come la donatrice che, nell'agosto del 2020, donò l'organo della gestazione a seguito di un incidente e grazie alla volontà, espressa in vita, di donare tutti gli organi. La neomamma era invece priva di utero per un rara malformazione congenita. La gravidanza è stata ottenuta dopo il trapianto d'utero ricorrendo a una tecnica di fecondazione assistita omologa, ossia utilizzando in provetta cellule germinali del papà e della mamma e poi trasferendo l'embrione in utero. Sempre all'ospedale Cannizzaro di Catania, unico centro autorizzato nel nostro Paese, è stato effettuato un secondo trapianto di utero a gennaio di quest'anno e si attende anche per questo caso la possibilità di una gravidanza. «Il 50 per cento di successo è già un traguardo straordinario per la Sanità italiana e del Sud» commenta Nicola Colacurci, presidente della Società italiana di ginecologia e Ostetricia e ordinario dell'Ateneo Vanvitelli. A rendere ancora più complesso l'iter della nascita la sopravvenuta infezione da Covid-19 della mamma e la concomitante terapia immunosoppressiva necessaria ad evitare il rigetto dell'organo. La paziente è stata pertanto sottoposta a parto cesareo e la nascita anticipata alla 34 esima settimana. La piccola pesa 1,7 kg, sia la mamma sia la figlia sono ancora ricoverate in ospedale ma in condizioni di salute ritenute soddisfacenti. «Dopo il trapianto due anni fa il tentativo di fecondazione è andato a buon fine e la signora ha condotto una gravidanza regolare fino alla 30esima settimana - racconta Paolo Scollo, direttore del reparto di Ostetricia afferente all'università di Enna - poi c'è stato un tampone positivo ed è stata ricoverata nell'area infettivi della nostra Ginecologia. All'inizio era asintomatica ma qualche giorno fa, all'apparire di febbre alta e contrazioni, abbiamo deciso di intervenire».

Dopo alcuni giorni di terapia intensiva mamma e figlia sono ora stabili. «Quello eseguito due anni fa è stato un trapianto molto complesso - aggiunge Pierfrancesco Veroux, ordinario di Chirurgia vascolare e trapianti dell'Università di Catania - l' utero è un organo delicato e molto vascolarizzato, non facilmente trasferibile ma ha attecchito e consentito la gravidanza grazie a un'ottima perfusione vascolare. 

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La madre ha finora visto la sua piccola solo in foto ma alla lieta notizia avuta dal marito si è commossa per la felicità e salutato amici e parenti con un breve video.

Già oggi potrebbe essere trasferita in un reparto ordinario. La bambina, come spesso accade da mamme positive, è indenne al virus. «Portiamo avanti questo programma di trapianti d'utero - ha aggiunto Veroux - da quasi sette anni e sentire quel vagito è stata un'emozione che va oltre qualunque aspetto scientifico e tecnico». In Italia, rivela il professor Scollo, ci sono sei donne in lista di attesa (due sono campane, una di Caserta e altra di Napoli) ma non c'è una vera lista di priorità. La precedenza spetta a chi è più compatibile con l'organo disponibile da espiantare. Le donazioni in questo settore sono pochissime. L'arruolamento delle pazienti per il 90% riguarda chi nasce priva di utero, un altro piccolo gruppo è formato da chi ha avuto l'asportazione dell'organo per patologie benigne o dopo un parto difficile. Le donne colpite da patologie oncologiche non sono invece arruolabili in quanto le terapie immunosopressive anti rigetto a cui verrebbero sottoposte potrebbero riattivare il tumore. Altre 11 potenziali candidate al trapianto sarebbero in attesa ma la penuria di donatrici impedisce di avviare l'iter. Ad ognuna di queste donne vengono prelevati e congelati gli ovociti per una possibile successiva gravidanza. In Italia il trapianto è l'unica strada per ottenere una gravidanza in questi casi in quanto l'utilizzo di un utero di un'altra donna per la gestazione (cosiddetto utero in affitto) è in Italia una pratica vietata dalla legge 40 del 2004 relativa alla procreazione medicalmente assistita e la violazione punita con pene severe. «Quello di Catania - conclude Colacurci - è un successo di tutta la ginecologia italiana, raggiunto da un'equipe di altissime competenze. Hanno effettuato due trapianti di utero in due anni ed in un caso avuta la gravidanza. Il tasso di successo è altissimo, il più alto al mondo. Una speranza per una serie di donne che, per cause congenite o malattie, ritenevano esclusa ogni possibilità di diventare mamme sebbene sia evidentemente un precorso lungo, difficile per la penuria di organi e non privo di rischi». 

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