Treviso, gara clandestina tra auto prima dello schianto che ha ucciso Miriam e Mara

Ronnie Levacovic che ha causato l'incidente in cui hanno perso la vita Miriam Cappelletto a Mara Visentin
Ronnie Levacovic che ha causato l'incidente in cui hanno perso la vita Miriam Cappelletto a Mara Visentin
di Maria Elena Pattaro
Sabato 26 Marzo 2022, 09:56 - Ultimo agg. 11:33
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Una sfida tra bolidi sfociata in tragedia. Si fa strada l'ipotesi della gara clandestina alla base del terribile incidente di mercoledì notte sul Terraglio, costato la vita a Miriam Cappelletto, 51 anni, e Mara Visentin, 63, entrambe di Preganziol, in provincia di Treviso. La Bmw M2 nera di Ronnie Levacovic, lanciata a velocità folle (probabilmente a oltre 150 chilometri all'ora), potrebbe non essere la sola che all'1.30 sfrecciava verso Mogliano. Amici e parenti del giovane rom ne sono sempre più convinti ed è la pista su cui stanno indagando anche i carabinieri della Compagnia di Treviso.

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«C'ERA UN'ALTRA AUTO»

«Ronnie non può aver fatto quello schianto da solo.

Probabilmente c'era un'altra macchina - afferma l'entourage del giovane rom -. Vogliamo sapere la verità. E' giusto che venga fatta chiarezza. Se ci sono altre persone coinvolte la colpa non deve ricadere soltanto su di lui». Difficile trovare una spiegazione al violentissimo tamponamento che ha scaraventato la Citroen C1 guidata da Mara contro la spalletta in cemento del fossato a bordo strada. Le due amiche tornavano dalla sala bingo: era il loro rito del mercoledì. Ancora qualche minuto e sarebbero arrivate a casa. Invece hanno trovato la morte a Frescada, all'altezza del civico 76. «Perché Ronnie non ha sorpassato quell'auto? In un tratto largo, rettilineo e con buona visibilità?». La risposta più plausibile, secondo amici e familiari è che la corsia opposta fosse impegnata. «Magari un'auto gli si è affiancata e hanno cominciato ad accelerare finché lui si è trovato davanti l'altra macchina, che non è riuscito a evitare nonostante la frenata».

IL SINDACO

Sul dramma che ha sconvolto non soltanto Preganziol ma l'intera Marca, ieri è intervenuto anche il sindaco di Treviso Mario Conte: «E' una tragedia inaccettabile, senza alcuna giustificazione. Un episodio assolutamente da condannare. Non accettiamo chi vive nelle nostre comunità fregandosene delle leggi e del rispetto minimo tra persone. Sarebbe gravissimo se l'ipotesi della gara trovasse conferma. Due donne hanno perso la vita e due famiglie sono state distrutte. Va fatta giustizia e ci vuole una pena severa». Un'ipotetica sfida a colpi di acceleratore, quindi. O una corsa spericolata insieme ad altri bolidi, facendo i gradassi per strada. Insieme a chi? Qualche nome è iniziato a circolare tra il clan rom che abita negli alloggi popolari di via Bindoni, a Treviso. E i primi residenti corsi fuori dopo il boato raccontano di un ragazzo arrivato sul posto prima dei soccorsi. «No Ronnie, cos'hai combinato?» - gridava scuotendo l'amico, nella speranza che riaprisse gli occhi. Il 25enne era steso a terra, sbalzato fuori dalla sua Bmw, ribaltata su un fianco. «L'amico lo ha girato a pancia in su. Gli ho raccomandato di non spostarlo altrimenti rischiava di peggiorare la situazione. Lui non era ferito» - racconta Giulia, una dei primi residenti intervenuti. Tutte circostanze che farebbero pensare che anche l'amico fosse sul Terraglio. Ma saranno gli inquirenti a sbrogliare la matassa: i militari stanno raccogliendo le testimonianze dei primi soccorritori intervenuti e di eventuali testimoni oculari dello schianto. In attesa che Ronnie si risvegli e possa raccontare la sua verità. Anche dagli occhi elettronici potrebbero arrivare elementi utili per ricostruire l'incidente. E' per questo che i militari stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere installate in zona.

L'INCHIESTA

La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale plurimo. E' questa l'accusa di cui dovrà rispondere Ronnie Levacovic. Le due auto incidentate sono finite sotto sequestro e il magistrato di turno ha disposto un accertamento tecnico per ricostruire l'esatta dinamica del sinistro. Nel fascicolo d'inchiesta finiranno anche gli esami del sangue del 25enne, ancora ricoverato in in Terapia intensiva al Ca' Foncello, per accertare quale fosse il suo stato psico-fisico al momento dell'impatto. Nessuna autopsia invece sui corpi delle due donne visto che la causa del decesso è fin troppo chiara. Se l'ipotesi della gara troverà riscontro, anche gli eventuali altri gradassi della strada dovranno rispondere di condotte illecite. Le indagini proseguono a ritmo serrato. «Speriamo che sia fatta chiarezza al più presto, per tutti - dicono gli amici del 25enne -. Ci dispiace molto per le due vittime».

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