Truffa al Consiglio di Stato, la maxi-fideiussione è finta: una condanna e 5 a giudizio

Tar e Banca d’Italia avevano bloccato la finanziaria delle squadre di calcio

Truffa al Consiglio di Stato, la maxi-fideiussione è finta: una condanna e 5 a giudizio
Truffa al Consiglio di Stato, la maxi-fideiussione è finta: una condanna e 5 a giudizio
di Federica Pozzi
Martedì 30 Maggio 2023, 23:22 - Ultimo agg. 31 Maggio, 13:35
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Una condanna a due anni in abbreviato e cinque rinvii a giudizio per concorso in falso in atto pubblico. È questo l’esito dell’udienza preliminare tenutasi ieri davanti al Tribunale di Roma nei confronti di sei persone che avrebbero tentato di truffare il Consiglio di Stato presentando una fideiussione bancaria di 20 milioni di euro, che poi si è dimostrata falsa, in favore della Finworld spa. Il documento avrebbe consentito alla società romana di continuare l’attività di intermediazione finanziaria, che gli era stata già proibita dalla Banca d’Italia e dal Tar del Lazio, nei confronti di alcuni club calcistici, tra cui: Palermo, Lecce, Juve Stabia, Teramo, Reggina, Cuneo, Matera, Siracusa e Lucchese.

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I FATTI

La vicenda è iniziata nel 2017 quando la Banca d’Italia aveva tolto le autorizzazioni alla Finworld perché sosteneva non avesse i liquidi per garantire le fideiussioni che faceva, creando così scompiglio nel mondo del calcio. Infatti diverse società avevano cercato di risolvere il problema, visto che la Figc aveva chiesto alle squadre che godevano delle fideiussioni Finworld di regolarizzare la propria posizione. Anche la società finanziaria era ricorsa ai ripari rivolgendosi al Tar che però aveva dato ragione alla Banca d’Italia. A quel punto si è poi rivolta al Consiglio di Stato che, per revocare la decisione dei giudici amministrativi di primo grado, aveva chiesto una fideiussione come garanzia. Di qui la falsa fideiussione di 20 milioni di euro erogata da Cariparma Credit Agricole. A processo sono finiti Edoardo Corradio Caforio, amministratore delegato e amministratore di fatto di Finworld spa, Gionata Paolo Cometti, titolare dell’omonima ditta individuale esercente l’attività di intermediazione finanziaria. E ancora, David Della Morte Canosci, presidente del consiglio di amministrazione della Finworld spa, Valentina Gubbiotti, consigliere di amministrazione e amministratore delegato Finworld spa e Torri Marco, titolare dell’omonima ditta individuale esercente l’attività di consulenza amministrativa, il quale avrebbe causato, insieme a Cardillo e Cometti, la materiale predisposizione della falsa polizza fideiussoria.
 

LA CONDANNA

Mentre per David Cardillo, titolare dell’omonima ditta individuale esercente l’attività di agente e mediatore in prodotti finanziari e già dipendente dell’istituto di credito Cassa di risparmio di Parma e Piacenza spa (ora Cariparma Credit Agricole), che avrebbe materialmente predisposto la falsa polizza fideiussoria insieme a Cometti e Torri, è arrivata la condanna in abbreviato a due anni. Gli imputati, in concorso tra loro avrebbero poi depositato presso il Consiglio di Stato l’atto di fideiussione apparentemente rilasciata da Cariparma Credit Agricole, con il quale l’istituto di credito si costituiva fideiussione solidale nell’interesse della Finworld spa fino all’importo di 20 milioni di euro. In questo modo inducevano in errore i giudici che sospendevano così la sentenza del Tar Lazio.
 

Nello specifico, Caforio, Cardillo, Cometti e Torri avrebbero predisposto e redatto la falsa polizza fideiussoria. Mentre Caforio, Della Morte e Gubbiotti si sarebbero occupati della bozza di contratto di fideiussione, sempre da 20 milioni, siglata con Unipol.

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