Truffe su risarcimenti a invalidi, sequestri per 40 milioni. L'uomo accusato non era un avvocato

La truffa sarebbe stata messa a segno sottacendo il reale funzionamento dei cosiddetti «patti di quota lite»

Invalidi
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Martedì 14 Marzo 2023, 16:32
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Nelle scorse settimane i giudici di Milano hanno ordinato il sequestro in via preventiva (confermato dal Riesame) fino a 40 milioni di euro (30 a lui, e il resto a 12 coindagati e società a lui riconducibili) a R. G., 56enne fondatore di uno studio di consulenza e mediazione.

Come riportato dal Corriere della Sera, l'uomo era accusato, con gli altri, di aver truffato i propri assistiti disabili in almeno 20 maxi transazioni con le assicurazioni negli ultimi tre anni, facendosi retrocedere sino al 70% dei 68,5 milioni di danni liquidati dalle compagnie. Truffa è l'accusa su cui si basa il sequestro disposto del gip Cristian Mariani chiesto dal pm Carlo Scalas con l'aggiunto Laura Pedio.

L'uomo accusato, diversamente da quanto riportato in un primo momento, non risulta essere un avvocato, non è iscritto ad alcun albo professionale nel territorio della Repubblica italiana, non è abilitato e né esercita la professione forense.

La truffa sarebbe stata messa a segno sottacendo il reale funzionamento dei cosiddetti «patti di quota lite». Questi sono assolutamente leciti, si tratta di accordi con i quali un legale propone al cliente un obiettivo di risarcimento e si assume tutti gli oneri e spese, in cambio del poter incamerare tutta o gran parte della somma ottenuta in più nella transazione. 

La truffa sarebbe stata ai danni di vittime di incidenti, le quali sfruttate nella «condizione di minorata difesa per le lesioni psicofisiche gravissime» e per «l'essere sprovviste di conoscenze giuridiche», avrebbero quindi riportato perdite patrimoniali «di straordinaria gravità per le loro vite bisognose di interventi chirurgici e assistenza perpetua».

Per gli inquirenti è una «associazione a delinquere» con procacciatori di clienti in Lazio e Campania, curatori delle pratiche, e due bancari.

I difensori, per contestare l'accusa di truffa hanno prospettato l'assenza di trucchi nei patti di quota lite, a loro avviso molto migliorativi degli obiettivi prospettati ai clienti da precedenti avvocati e hanno sottoineato che i bonifici di retrocessione a R.G. di parte dei risarcimenti fossero firmati dai clienti. Ritengono infine l'imputazione sovrapponibile a quella per la quale il 15 giugno 2022 un altro gip aveva negato misure cautelari. 

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