Ucraina, le famiglie di Monza condividono le loro stanze per i rifugiati: «Vi ospiteremo a casa»

Ucraina, le famiglie di Monza condividono le loro stanze per i rifugiati: «Vi ospiteremo a casa»
di Claudia Guasco
Giovedì 10 Marzo 2022, 10:00
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Agostino D'Antuoni è un avvocato di Monza e con un gruppo di amici ha messo in moto una macchina della solidarietà che sta salvando decine di donne con i loro bambini. «Un progetto un po' folle - ammette - Ma ha funzionato». Martedì sera, nel piazzale della chiesa di San PioX, è arrivato il primo pullman, a bordo 15 bambini dell'ospedale oncologico con le loro mamme, i fratelli e le sorelle. D'Antuoni e la sua organizzazione li hanno raccolti al confine con la Polonia, dove sono arrivati dopo giorni di viaggio sotto le bombe. 

Nei prossimi quindici giorni sono attesi altri due bus.

La prima tappa è una grande palestra trasformata in centro di accoglienza, poi l'assegnazione alle famiglie che li ospitano. «È una gara di solidarietà. Sono stati tutti visitati dal primario di oncologia pediatrica del San Gerando di Monza, sei sono stati ricoverati qui e altri in ospedali milanesi. Ma soprattutto c'erano così tante persone disposte a condividere la loro casa che a molte abbiamo detto grazie, siamo a posto», spiega D'Antuoni. «E non si tratta di persone abbienti o grandi proprietari, sono famiglie con bambini che tirano fuori i lettini d'emergenza, chi offre un posto solo. Tutti, con grande semplicità, aprono il cuore». Il gruppo monzese si è mosso appena i russi hanno cominciato ad attaccare. «Ho pensato: qui non c'è tempo da perdere. Ci sono donne e bambini che scappano dall'Ucraina sotto le bombe, dobbiamo portarli subito in salvo. Mi veniva da piangere quando ho saputo la storia di una mamma che fuggiva nel buio della notte insieme ai suoi bambini. Non aveva nulla, soltanto un sacchetto di zucchero. L'unico cibo da dare ai figli. Mi ha detto: io posso resistere ai morsi della fame, loro no». Così ha organizzato i pullman. «È stata un'impresa - racconta - Non è stato facile trovare la strada giusta, le persone, i permessi e soprattutto compagnie trasporto che decidessero di attraversare mezza Europa per arrivare al confine e caricare i profughi». Ieri mattina D'Antuoni ha fatto un giro di telefonate alle famiglie ospitanti. «Va tutto bene. Sono inseriti nella quotidianità, chi ha bisogno viene accompagnato alle visite mediche. Un'accoglienza straordinaria». Per i piccoli la criticità è la scuola. «Questo purtroppo è un grave problema, non sappiamo cosa fare - dice l'avvocato - Nei prossimi giorni, dopo il servizio sanitario, verranno presi in carico dalla questura. L'istruzione sarà la priorità».

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