Ucraina, il piano dell'Italia per l'emergenza: rifugiati in ostelli e caserme

Ucraina, il piano dell'Italia per l'emergenza: rifugiati in ostelli e caserme
di Michela Allegri
Lunedì 28 Febbraio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 13:31
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Accordi con i Comuni, con la Chiesa, con i privati disposti ad accogliere. Permessi più facili per raggiungere le famiglie e, se la situazione dovesse precipitare e i numeri degli sfollati in arrivo nel nostro Paese diventassero ingentissimi, le prefetture sono pronte ad allestire caserme, ostelli e alberghi per ospitare chi fugge dalle bombe russe. Chi scappa dall'Ucraina ha bisogno di ogni cosa e la rete di sostegno è pronta a partire. Il Viminale è attrezzato: l'Italia è un Paese abituato a dare rifugio ai profughi e il sistema è rodato. «La solidarietà è stata sempre un punto fermo della nostra agenda europea e, a maggior ragione ora, daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo», ha dichiarato ieri la ministra Luciana Lamorgese a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles. La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, e quello degli Esteri, Luigi Di Maio, hanno invece annunciato di essere impegnati per «attivare corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese». 

Le persone che arriveranno in Italia, nella maggior parte dei casi, staranno nelle case dei familiari che già vivono qui.

Nel nostro Paese ci sono 248mila cittadini ucraini e circa 200mila sono donne, che lavorano e mandano in patria lo stipendio. Le raggiungeranno principalmente anziani e bambini, perché gli uomini sono rimasti in Ucraina a combattere. Per questo motivo il ministero intende facilitare le procedure burocratiche per fornire permessi di soggiorno rapidi per i ricongiungimenti. L'idea è quella di mettere a disposizione una sorta di autorizzazione velocizzata per motivi umanitari. 

Fondamentale anche l'accoglienza da parte di privati, parrocchie, onlus, enti del terzo settore. Molti sindaci si stanno attivando e hanno già espresso al ministero la volontà di offrire solidarietà e posti letto. Per il momento i numeri sono gestibili, ma si potrebbero moltiplicare se il conflitto dovesse protrarsi. Il rischio è un'ondata di 7 milioni di profughi in Europa. In caso di arrivi massicci, comunque, il Viminale è pronto a mettere in moto strutture che esistono da tempo. A partire dal Sistema di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria o umanitaria, che prevede una rete di vitto, alloggio e sostegno. Alcune persone andranno nei Centri di prima accoglienza, o negli ex Sprar, compatibilmente con la disponibilità dei posti. Verranno attivati i circuiti sussidiari: Caritas, Sant'Egidio, terzo settore. Si tratta di un sistema modulare, modificabile e ampliabile in caso di necessità improvvise. La gestione concreta è affidata alle prefetture dislocate sul territorio: in base alle esigenze potranno essere organizzate nuove sistemazioni in alberghi, ostelli, caserme. 

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Intanto sono iniziati gli arrivi di sfollati, che hanno raggiunto l'Italia a bordo di bus, pullmini, auto private. Alcuni sono riusciti a viaggiare in aereo dai paesi confinanti. Oggi diverse prefetture, come Bologna e Firenze, hanno convocato riunioni per organizzare concretamente la gestione. Il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, ha parlato di centinaia di rifugiati in Veneto: «C'è chi si è fatto raggiungere al confine da amici e parenti partiti dal Veneto per poi essere portati in regione. Altri hanno organizzato piccole comitive, altri ancora hanno usato la propria auto per mettersi in salvo con la famiglia». In Trentino sono arrivati diversi pullman e le famiglie ucraine hanno le porte delle loro case ai connazionali in fuga. Anche molti trentini si sono resi disponibili ad ospitare donne e bambini in arrivo. Domenica mattina, invece, a Trieste è transitato un autobus con targa ucraina, con una cinquantina di persone a bordo, tutte dirette a casa di amici o di conoscenti, prevalentemente al Nord, tra Brescia, Vicenza e Milano. Qualcuno è in viaggio anche verso Roma. Un altro autobus due giorni fa ha raggiunto Piacenza e ha lasciato scendere vicino all'autostrada una quarantina di donne con bambini: uno aveva solamente nove mesi.

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