I vaccini stanno - per ora - arginando il fiume dei casi di chi torna dalle vacanze contagiato. Prendiamo i ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti: un paziente Covid su 4 è in Sicilia. Anche ieri è stata l’unica Regione oltre i mille casi. L’Isola, nelle ultime settimane, è stata invasa di turisti arrivati dal resto di Italia e, di fronte al dilagare del contagio, ti aspetti una conseguente moltiplicazione dei “casi di ritorno”. In fondo andò così nel 2020, quando molte Regioni videro un aumento dirompente di positivi tra giovani e meno giovani che tornavano dalla Costa Smeralda e dalla Sardegna in genere, ma anche da altre mete turistiche come le Baleari, la Croazia, Malta o la Grecia. Furono 5.000 solo nel Lazio.
«Eppure, per ora - osserva il dottor Enrico Di Rosa, dirigente del servizio igiene pubblica dell’Asl Roma 1 - i casi di ritorno sono in numero limitato e quei pochi sono tra i minori, anche bambini, per i quali non c’è un vaccino autorizzato.
E i ragazzini che nel 2020 rientravano da playa d’en Bossa o da Mykonos contagiati? Ci sono, magari hanno cariche virali rilevanti a causa delle diverse caratteristiche della variante Delta, ma non sono il fenomeno inarrestabile che si temeva. Come è possibile? Oggi per tornare dagli altri paesi europei bisogna essere vaccinati o, in alternativa, è necessario eseguire il test antigenico prima di salire sul volo di ritorno. Se risulti positivo, resti in quarantena nella località in cui sei stato in ferie. «In questo modo - analizza il professor Vittorio Sambri, dal punto di osservazione della Regione Emilia-Romagna - una parte consistente dei contagi in vacanza viene o evitata dal vaccino o intercettata prima del ritorno dal test antigenico. Sulle cariche virali alte invece sarei prudente, perché ancora manca una taratura omogenea dei test, che quasi mai sono quantitativi. Ciò che invece è importante osservare è che, quanto meno per quella che è la nostra esperienza in Emilia-Romagna, i vaccini stanno limitando in modo sostanziale il numero dei contagiati e dei ricoveri».
INDICE DI TRASMISSIONE
Alessio D’Amato, assessore laziale alla Sanità, è fiducioso: «Ad oggi il nostro Rt, l’indice di trasmissione, è attorno a 0,80, dunque ben al di sotto di 1, perché vi sia un forte aumento dei casi positivi, con un dato di partenza di questo tipo, solitamente trascorrono 30-45 giorni. Vero è che la Delta ha cambiato lo scenario e che presto ci sarà anche la riapertura delle scuole, però le vaccinazioni ci garantiscono un importante scudo protettivo».
Resta però un dato, a livello nazionale, che continua a essere drammatico: il numero dei morti per Covid. Ieri sono stati 69, ma anche in questo caso c’è la situazione della Sicilia a colpire, visto che 27 sono stati registrati nell’Isola (o quanto meno notificati, non è detto che tutti i decessi risalgano alle 24 ore precedenti): è il 40 per cento del totale italiano.