Vaccino obbligatorio? Possibile in Italia (anche subito), ma serve una legge ad hoc

Vaccino obbligatorio? Possibile in Italia (anche subito), ma serve una legge ad hoc
Vaccino obbligatorio? Possibile in Italia (anche subito), ma serve una legge ad hoc
di Mario Landi
Giovedì 2 Settembre 2021, 20:51 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 10:45
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Prevedere l'obbligatorietà della vaccinazione anti-CovidÈ l'indicazione venuta oggi dal premier Mario Draghi e che, secondo i giuristi, sarebbe possibile attuare in tempi brevi con una legge ad hoc sulla base dei dettami costituzionali. Una strada, quella dell'obbligo, che mira a bloccare la diffusione del contagio ancora in atto ma che vede comunque posizioni differenziate anche tra gli esperti, una parte dei quali ritiene più opportuno un obbligo solo per categorie specifiche.

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Obbligo, anche Speranza favorevole

Che si vada nella direzione di una estensione dell'obbligo dell'immunizzazione anti-Covid lo ha confermato lo stesso Draghi, insieme al ministro della Salute Roberto Speranza, in una conferenza stampa tenutasi oggi per fare il punto in vista della ripresa anche del nuovo anno scolastico. Attualmente, l'obbligo vaccinale è previsto per medici e personale sanitario, e sono già scattate le sospensioni dei camici bianchi - che restano comunque una netta - non vaccinati. Per gli insegnanti è invece previsto l'obbligo del green pass. La prospettiva di un obbligo vaccinale apparirà però ora più vicina e si tratta, spiega il giurista Amedeo Santosuosso, professore di diritto, scienza e nuove tecnologie all'Università di Pavia, di una strada «fattibile in tempi brevi attraverso una legge , che rispetterebbe tutti i crismi di costituzionalità».

Gli studi scientifici

L'articolo 32 della Costituzione infatti, chiarisce, «prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli». Gli studi scientifici, rileva, «dimostrano infatti gli effetti positivi dei vaccini ed un requisito alla base di una legge che prevede l'obbligo per un trattamento sanitario è proprio la vantaggiosità per la comunità e anche per i singoli individui. Ci sarebbero dunque tutti i requisiti per una legge di questo tipo». Quanto ai tempi, afferma, «questi discorso dal Parlamento: in questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica». Ad ogni modo, precisa l'esperto, «è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a richieste vaccinali specifiche per singole categorie lavorative». E proprio ad un obbligo 'per settorì puntano altri esperti, a partire da Amerigo Cicchetti, direttore di ALTEMS, l'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica di Roma. L'obbligo, attualmente non presente in alcun Paese, afferma è una «strada segnata, per l'Italia come per le altre Nazioni, al fine di bloccare l'epidemia: a mio parere è una strada percorribile senza particolari problemi giuridici ma ritengo che l'obbligatorietà vada prevista non per tutti ma per categorie precise, a partire dalla scuola e Università, la PA a contatto col pubblico ed i trasporti».

Rischi ridotti con il green pass

Per gli altri infatti, «i rischi si possono ridurre ricorrendo al green pass e allo smart-working». L'obbligo è giusto ma sarebbe più facile se indiretto secondo, invece, l' immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani: «Il miglior modo per contenere una pandemia è vaccinare tutti o quasi e per farlo servire una sorta di obbligo. Se è tecnicamente difficile fare un obbligo assoluto - spiega - ci si può arrivare con un obbligo indiretto, molto forte e sostanziale, ad esempio attraverso un green pass quasi totalizzante». Propende al contrario per un obbligo «universale» per tutta la popolazione vaccinabile il virologo Fabrizio Pregliasco, prevedendo l'utilizzo dei servizi già presenti sul territorio, con la collaborazione dei medici di base. Dopo l'ultimo vaccino obbligatorio in Italia negli anni '90 contro l'epatite b, l' esempio più recente risale alla legge del 2017 dell'allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha introdotto un obbligo vaccinale per la frequenza scolastica limitatamente ai vaccini dei primi anni di vita, come quello contro tetano, difterite, morbillo. Un obbligo, concludere Abrignani e Pregliasco, che ha portato a «ottimi risultati» con un forte aumento delle vaccinazioni tra i bambini.

 

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