Ci sono oltre 4 milioni di dosi di vaccini anti Covid in consegna e 2 sono ferme nei frigoriferi: l’accelerazione ora è possibile, ma il buco nero rischia di crearsi ad aprile. Per evitare una frenata si punta su un incremento delle forniture di Pfizer e su una riduzione delle scorte che restano ferme perché alcune Regioni vanno a rilento.
L’ultimo contrattempo è stato un guasto al camion che trasportava i vaccini di AstraZeneca, 135mila dosi. Per ragioni tecniche sono state riportate in Belgio, ma ci sarà una compensazione già la prossima settimana. Secondo lo scenario che ha descritto il generale Francesco Figliuolo, commissario per l’emergenza, da oggi alla fine del mese ci sarà un’accelerazione nelle forniture: stanno arrivando 333mila dosi di Moderna, in totale prima del 31 marzo saranno 875 mila. Da Pifzer ne sono attese tra domani e il lunedì successivo, 2 milioni, mentre AstraZeneca dovrebbe raggiungere quota 1,6 milioni.
Attualmente, nei frigoriferi ci sono 2.150.000 dosi: 1.320.000 di AstraZeneca, 170.000 di Moderna e 660.000 di Pfizer. Dunque, è la linea di Figliuolo, si può e si deve accelerare. Però lo stesso commissario ieri ha precisato: «Johnson&Johnson arriverà nella seconda metà di aprile, con una quantità limitata che poi andrà aumentando tra maggio e giugno».
Nelle Regioni sanno che in realtà il vaccino monodose di J&J sarà disponibile per le somministrazioni a partire dall’ultima settimana del prossimo mese. Questo ritardo, aggiunto ai problemi di AstraZeneca, rischia di frenare l’aumento delle iniezioni che era stato previsto per aprile, anche se Figliuolo è ancora convinto che nella terza settimana di quel mese si potrò raggiungere il traguardo di 500mila somministrazioni giornaliere.
Nel Lazio, ad esempio, sono fiduciosi di potere prenotare già tutti coloro che hanno tra i 60 e i 69 anni ad aprile. AstraZeneca ha però già fatto sapere all’Unione europea che il prossimo mese invierà meno dosi. Lo conferma anche l’assessore Alessio D’Amato: «Avremo ad aprile nel Lazio, come in tutta Italia, una difficoltà importante nell’approvvigionamento del vaccino AstraZeneca. Bisognerà valutare con molta attenzione anche per garantire le seconde dosi che partiranno dal 10 maggio».
La multinazionale, secondo quanto spiegato nei giorni scorsi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, consegnerà all’Ue solo «30 milioni di dosi» di vaccino anti-Covid nel primo trimestre, invece dei 90 pattuiti nel contratto, e appena 70 nel secondo trimestre, invece dei 180 previsti. Tra l’altro, ci sono problemi anche negli invii al Regno Unito, perché le fiale prodotte in India vengono trattenute in parte dal colosso asiatico dove la corsa del virus è ricominciata.