Vaccini, Figliuolo: via le classi d'età. Ma le Regioni vanno in ordine sparso

Vaccini, Figliuolo: via le classi d'età. Ma le Regioni vanno in ordine sparso
Vaccini, Figliuolo: via le classi d'età. Ma le Regioni vanno in ordine sparso
di Mauro Evangelisti
Giovedì 3 Giugno 2021, 06:11 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 13:01
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Vaccini per tutti, non conta più l'età. L'altro giorno lo aveva annunciato il generale Francesco Figliuolo, commissario per l'emergenza. Ieri lo ha ribadito il ministro della Salute, Roberto Speranza, che su Facebook ha spiegato che dal 3 giugno, dunque da oggi, le prenotazioni sono libere, non ci sono più i limiti previsti dal piano vaccinale che servivano a proteggere prima gli anziani e i fragili. Scrive Speranza: «Possiamo ancora accelerare la nostra campagna per superare questa stagione così difficile». 

Figliuolo ha annunciato la consegna di altre 370mila dosi di Johnson&Johnson arrivate all'aeroporto di Pratica di Mare; anche per gli altri vaccini ormai i quantitativi a disposizione cominciano a essere importanti. Ma l'apertura delle prenotazioni a tutte le età, annunciata da Speranza e Figliuolo, è solo sulla carta; dal punto di vista pratico le cose cambiano, e molto, da Regione a Regioni. Alcuni esempi: in Emilia-Romagna la maggioranza dei cinquantenni sta ancora aspettando l'appuntamento, anche perché è stato deciso un sistema un po' cervellotico per cui il cittadino di quell'età deve registrarsi a un sito, l'azienda sanitaria con un sms lo informa che il suo nome è stato inviato al medico di base che, prima o poi, lo convocherà. 

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In parallelo, l'altra notte a Bologna per un open day aperto ai giovani, ma senza alcun sistema di prenotazioni, si sono visti ragazzi accampati per tutta la notte in attesa, spintoni, lunghe code, altro che movida e assembramenti. Spostiamoci più a sud, nel Lazio: qui l'annuncio di Figliuolo non conta nulla, si continua a seguire la progressione delle classi di età per le prenotazioni (si è arrivati ai 40-43enni), non c'è il via libera a tutti, anche se si stanno vaccinando in parallelo molti giovani con la formula degli open day rivolti ai maturandi e agli over 18 (ma serve sempre un ticket virtuale che si ottiene con una app proprio per evitare ressa e assembramenti). Per la fascia di età 12-17 anni invece si comincia il 15 giugno e la vaccinazione sarà affidata ai pediatri. La Toscana è alla raccolta delle prenotazione dei trentenni, il Veneto ha aperto in queste ore alle prenotazioni di chi ha dai 12 ai 39 anni (ma ovviamente si stanno ancora smaltendo le vaccinazioni di quelli di età superiore). Meccanismo simile in Lombardia che ieri sera ha deciso di raccogliere le prenotazioni tra i 12 e i 29 anni o in Puglia che ha posto come limite i 18 anni.

 

In Campania dalle 22 di ieri sera è iniziata, on line, la raccolta di adesioni alla campagna vaccinale dai 12 anni in su. Morale: la strategia è molto differente da Regione a Regione, alcune avevano già cominciato a vaccinare i giovani anche prima del via libera di Figliuolo, altre proseguiranno con le classi di età. Va anche detto che la formula degli open days, quasi sempre con l'offerta di AstraZeneca, sta dimostrando che per ora la percentuale di adesione dei giovani è altissima.

Si temeva che sarebbe stato difficile convincere un ventenne a immunizzarsi, visto che il rischio personale di sviluppare la malattia è molto basso. Al contrario, si sta dimostrando che tra i ragazzi c'è forte (almeno in questa fase) il desiderio di ricevere il vaccino anti Covid. C'è la consapevolezza che in questo modo si contribuisce a superare la pandemia, si proteggono i familiari più a rischio e si ha la possibilità di avere un'estate con maggiore libertà, perché grazie alla vaccinazione, da luglio, sarà possibile ottenere il green pass. Resta il problema della copertura vaccinale dei meno giovani: non tanto per gli ottantenni, dove siamo vicino al massimo di adesione (quasi il 92 per cento ha ricevuto almeno una dose) e per i settantenni (82 per cento). Ma dai 60 ai 69 anni il 30 per cento, una percentuale significativa, non si è vaccinato (anche se una parte quanto meno è prenotata), mentre tra i cinquantenni più della metà ancora sta aspettando o non vuole vaccinarsi. 

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