«L’obiettivo è vaccinare il 70% degli europei entro luglio». Ormai da giorni questo è il mantra della Commissione europea e soprattutto di Thierry Breton, commissario Ue al Mercato interno e capo della task force sui vaccini anti Covid. Tuttavia, a poco meno di 4 mesi dall’orizzonte temporale prefissato, questo è già un miraggio. A ridimensionare quelle che ora appaiono come poco più di dichiarazioni ottimistiche è un documento interno condiviso fra i rappresentanti degli Stati membri.
Malta (93,1%) e Danimarca (quasi 80%) sono gli unici due Paesi sopra la soglia, in tutti gli altri Stati il tasso di vaccinazione si attesta in una forbice tra il 50% e il 60% e senza alcune certezza che le fiale indicate come «disponibili» vengano effettivamente consegnate.
L’Italia è nel gruppo di mezzo, alle spalle (pur se di poco) di Francia e Spagna, con una previsione del 57,14% di vaccinati, parità assoluta con Romania e Grecia.
A spiegare il divario fra i Paesi sono le scelte compiute da ciascun governo al momento del pre-acquisto delle dosi incluse nel pacchetto Ue (scelte - è bene ricordarlo - fatte prima dell’avvio della campagna vaccinale e prima che esplodesse il caos ritardi nelle forniture). I ritardi accumulati da AstraZeneca, che nel primo trimestre ha consegnato il 25% di quanto promesso, hanno quindi un impatto maggiore sulle stime di vaccinazione di quei Paesi che avevano puntato principalmente sul preparato della compagnia anglo-svedese (più economico, oltre che più semplice da conservare), anziché sulle dosi più costose e di difficile conservazione di Pfizer-BioNTech.
È proprio per questo infatti, che al centro del tavolo da cui poi è trapelato il dossier, c’era un tentativo di redistribuire 3 dei 10 milioni di dosi aggiuntive acquistate dalla Ue da Pfizer ai paesi più penalizzati (Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Lettonia ed Estonia, mentre l’Austria ne è rimasta esclusa). Un passaggio che, secondo il premier portoghese António Costa - presidente di turno del Consiglio Ue - consentirà di avere almeno il 45% degli adulti vaccinati entro giugno in ogni Stato dell’Ue.
Il dubbio che inizia a prendere piede è che quando ad inizio marzo, dopo la dichiarazione di una fonte anonima della Ue, si era parlato di ritardi nella consegna delle 55 milioni di dosi destinate alla Unione da J&J per il secondo trimestre, non ci si fosse affatto sbagliati. Anzi, il fatto che l’azienda americana si limitò a dire che avrebbe consegnato le 200 milioni di dosi pattuite entro il 2021 senza precisare oltre date di consegna e quantità, lascia ora ulteriori incertezze.