Vaiolo delle scimmie, primo caso a Roma: contagi solo per contatto. Ma si frena sul vaccino

Vaiolo delle scimmie, primi casi a Roma: pazienti sotto osservazione allo Spallanzani
Vaiolo delle scimmie, primi casi a Roma: pazienti sotto osservazione allo Spallanzani
Giovedì 19 Maggio 2022, 12:44 - Ultimo agg. 20 Maggio, 09:49
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Quattordici casi in Portogallo, più altri sei sospetti, tutti nell’area di Lisbona; 23 nella sola Madrid e uno a Gran Canaria; nove nel Regno Unito, uno in Svezia. Martedì scorso all’Umberto I di Roma è stato individuato il primo caso italiano. È un quarantenne tornato dalle vacanze alle Canarie, che presentava febbre e soprattutto manifestazione cutanee. I medici hanno intuito che potesse essere vaiolo delle scimmie, come già visto pochi giorni prima in Inghilterra, e hanno deciso di sottoporlo all’esame. Ora tutti i pronto soccorso romani sono allertati. Nelle prossime ore lo Spallanzani avrà pronti i risultati dei test su altri due sospetti, non legati però al contagiato accertato. Almeno per uno dei due è molto probabile che arrivi una conferma. Il vaiolo delle scimmie si sta diffondendo rapidamente in tutta Europa, soprattutto nella comunità gay, come spiega l’Ecdc (l’agenzia della salute dell’Unione europea). Segnalazioni però ci sono anche a Boston e nel Quebec. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, spiega: «Teniamo alto il livello di attenzione». L’Istituto superiore di sanità ha costituito una task force di esperti. Precisazione: ad oggi non ci sono casi gravi.

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DOSI

In alcuni paesi europei sta partendo una campagna vaccinale molto mirata, usando i vecchi vaccini sviluppati sul vaiolo che però hanno una buona efficacia anche per questo virus.

In Spagna il Ministero della Salute sta acquistando migliaia di dosi, con l’obiettivo di vaccinare i contatti stretti di chi risulti contagiato. Il Regno Unito valuta un’analoga azione. Anche Ecdc chiede di valutare la vaccinazione. In Italia ci sono scorte sufficienti, ma andranno valutate le date di scadenza. Allo Spallanzani, oltre a mettere in campo il Seresmi - i cacciatori di virus - che stanno tracciando tutti i contatti stretti di chi è stato contagiato, si preferisce puntare sulla vigilanza, tenendo conto del fatto che i pazienti sotto osservazione hanno sintomi lievi.

Gli esperti del Ministero della Salute sono molto perplessi rispetto alla scelta della Spagna e del Regno Unito. E il professor Carlo Signorelli (docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) taglia corto: «Non c’è nessuna base scientifica per la vaccinazione anti-vaiolo in funzione protettiva contro il vaiolo delle scimmie, come sembra stia succedendo in Spagna». Da sapere: questo tipo di vaccino, con virus attenuato, non può essere somministrato a persone immunodepresse, dunque a coloro che in realtà sono più a rischio.

 

Non solo: fino all’inizio degli anni Ottanta tutti i bambini venivano vaccinati contro il vaiolo e in linea di massima quella protezione è ancora sussistente anche nei confronti del Monkeypox (il vaiolo della scimmia). In pratica le generazioni più anziane sono protette (salvo eccezioni), quelle più giovani difficilmente hanno conseguenze gravi. E non è la prima volta che il vaiolo delle scimmie si diffonde in Europa. Su un focolaio nel 2019 il professor Gianni Rezza, direttore prevenzione del Ministero della Salute, pubblicò un’analisi sulla prestigiosa rivista medica Lancet. Anche allora il contagio partì dalla Nigeria. In questo caso, nel Regno Unito è stato segnalato un infetto il 7 maggio ed era una persona tornata dal Paese africano. Rezza spiega: «Abbiamo tempestivamente allertato le Regioni e messo in piedi un sistema di monitoraggio. Dato che il virus si trasmette per contatto diretto o molto stretto, i focolai tendono poi generalmente ad autolimitarsi».

In sintesi: potremmo trovarci rapidamente con migliaia di casi in Europa, ma difficilmente si andrà oltre, visto che deve avvenire uno scambio di fluidi (rapporti sessuali) o un contatto molto stretto tra ferite per la trasmissione. Detta in modo brutale: non ha la stessa contagiosità del Covid. «Giusto vigilare, ma non esageriamo nell’allarmismo. La malattia normalmente evolve senza conseguenze» spiega il professor Roberto Cauda, direttore di Malattie Infettive del Gemelli.

CAUTELA

L’Ecdc e l’Oms hanno detto che per ora il contagio sta diffondendosi soprattutto nella comunità omosessuale. A Gran Canaria un festival gay, la settimana scorsa, ha richiamato turisti di tutta Europa e potrebbe avere fatto da detonatore, un po’ come avvenne con alcuni eventi di massa (ad esempio la partita di Champions dell’Atalanta o le finali di coppa Italia di basket a Pesaro) all’inizio della diffusione del Covid. Più in generale, dal punto di vista sociologico questo è un momento storico in cui è più facile la diffusione di un virus che corre grazie ai rapporti sessuali: dopo due anni di limitazioni per la pandemia, ci sono meno inibizioni e c’è una intensa ricerca di divertimento. 

Ovviamente non si tratta di additare una categoria, ma semplicemente di affrontare in modo pragmatico questo virus. La cautela non impedisce di divertirsi. L’Organizzazione mondiale della sanità dice: «In Gran Bretagna è stata osservata una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nell’ambito della comunità gay, tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini». L’Ecdc: «Le organizzazioni di salute pubblica dovrebbero adottare misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come MSM, ovvero uomini che fanno sesso con altri uomini, o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali». Sulla stessa lunghezza d’onda Anna Teresa Palamara, dirigente del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss: «Raccomandiamo prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili».
 

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