Vermicino, 38 anni fa il dramma di Alfredino Rampi. Tre giorni di paura, poi il tragico epilogo

Vermicino, 38 anni fa il dramma di Alfredino Rampi. Tre giorni di paura, poi il tragico epilogo
Vermicino, 38 anni fa il dramma di Alfredino Rampi. Tre giorni di paura, poi il tragico epilogo
Lunedì 10 Giugno 2019, 14:02 - Ultimo agg. 17:43
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Da quel giorno sono passati 38 lunghi anni: la tragedia di Vermicino sconvolse tutta l'Italia e fu uno dei primi casi di cronaca seguiti in tempo reale sulla televisione nazionale. Mercoledì 10 giugno il piccolo Alfredino Rampi, tornando a casa alle 19 di sera, restò intrappolato in un pozzo artesiano nelle campagne di Vermicino (frazione di Frascati).

Quel pozzo era largo solo 28 centimetri e profondo 80 metri: da quel mercoledì partirono tre giorni di tentativi di liberarlo, con una diretta non-stop della RAI che tenne milioni di italiani col fiato sospeso. Era la prima volta che la televisione italiana seguiva un evento simile, e ne seguirono anche diverse polemiche sul diritto di cronaca da un lato e dall'altro sull'opportunità di creare un corpo adatto proprio a questo tipo di evenienze (l'anno dopo fu istituita la Protezione Civile). Il piccolo Alfredino morì in quel pozzo, dopo tre giorni di mancati soccorsi: l’improvvisazione e la mancata coordinazione dei soccorsi causarono furiose polemiche, così come l’opportunità da parte della Rai di seguire tutta la vicenda in diretta sul posto per diverse ore.



COSA ACCADDE Quella sera Alfredino, 6 anni, era a spasso in campagna insieme al papà Ferdinando e a due amici di quest’ultimo: intorno alle 19.20 il bimbo chiese e ottenne dal padre di continuare il cammino verso casa da solo, ma quando Ferdinando arrivò a casa e si accorse che non era mai arrivato, scattò l’allarme.

Dopo qualche ora, in maniera piuttosto rocambolesca, le forze dell’ordine - allertate subito dai genitori del bambino - scoprirono che Alfredino era caduto in un pozzo: il proprietario del pozzo (che fu poi arrestato per omicidio colposo) ne aveva chiuso l’entrata con una lamiera intorno alle 21, ignorando che all’interno ci fosse un bambino. Quando uno degli agenti fece rimuovere la lamiera, sentì i lamenti di Alfredino e capì che era caduto proprio lì.

Per giorni diversi speleologi e volontari tentarono di fare di tutto per salvare la vita ad Alfredino: venne scavato un pozzo parallelo che doveva poi arrivare con un tunnel fino al luogo in cui si trovava il bambino, ma tutti i tentativi furono vani. Il bambino, che aveva anche problemi cardiaci congeniti, morì il 13 giugno, tre giorni dopo la sua caduta in quel pozzo. Una tragedia che è rimasta nelle menti di tutti gli italiani.

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