Un dolore che non si placa. Un dolore che lo ha ha spinto ad andare in ospedale con un coltello a cercare Mirko Tomkow, il polacco di 44 anni che il 16 novembre in una abitazione a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, ha ucciso Matias, il figlio di 10 anni. Il polacco dal giorno dell'omicidio, quando ha ingerito qualche sostanza forse con l'intento di suicidarsi, è ricoverato nel reparto penitenziario dell'ospedale Belcolle di Viterbo. Il bambino è stato ucciso con un fendente alla gola e lo zio, Ubaldo Marcelli, il marito della sorella della madre di Matias, forse intenzionato a vendicarsi alla stessa maniera o forse solo per minacciare, stamani è entrato nell'ospedale in cerca di quel padre assassino.
«Ditemi dov'è Mirko che lo ammazzo»: zio denunciato
Non una lucida vendetta, piuttosto un gesto di disperazione poiché chi lo ha visto lo ha descritto come agitato, confuso, stremato. Ha urlato: «Ditemi dov'è Mirko!».
La vicenda
Una storia di maltrattamenti in famiglia culminati ad agosto con le testimonianze di alcuni vicini e poi confermate dal figlio e dalla moglie ai carabinieri della stazioni di Vetralla, che da settembre hanno portato ad un divieto di allontanamento dell'uomo. Per alcune settimane la vita di figlio e madre si è svolta tranquilla, fin quando il 44enne, dopo aver trascorso un periodo in una struttura Covid della Capitale poichè colpito dall'epidemia, la mattina del 16 novembre è tornato nel viterbese ed ha ucciso il figlio.