Videogame, l'allarme dagli esperti: «La metà di quelli più venduti sono troppo violenti»

Videogame, l'allarme dagli esperti: «La metà di quelli più venduti sono troppo violenti»
Sabato 19 Aprile 2014, 19:37 - Ultimo agg. 20:17
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ROMA - Videogame violenti, spesso troppo e sono proprio i pi diffusi e "giocati" dai ragazzi. È allarme videogiochi in Italia. Tra i 20 titoli più venduti, la metà, secondo gli ultimi dati dell'Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Giochi Italiani) , ha contenuto violento e non esistono norme che impediscano la vendita ai minori. Risultato? L'Isfe (la Federazione europea dei software interattivi) stima che il 26% dei bambini tra i 6 e i 9 anni usi videogame non adatti alla loro età.



Sesso, sangue e droga finiscono spesso nelle mani degli adolescenti senza alcun controllo creando, secondo gli esperti interpellati dall'Adnkronos, terreno fertile per il bullismo. In particolare i videogiochi a contenuto violento inciderebbero negativamente sulla moralità dei ragazzi che ne fanno uso, oltre che sul loro livello di violenza. Alcune ricerche scientifiche tra le quali spicca quella di un team di studiosi di tre atenei italiani (Università Bicocca di Milano, della Valle d'Aosta e di Genova) e dell'Università dell'Ohio hanno dimostrato come i ragazzi appassionati di videogame violenti siano più propensi, rispetto ai loro coetanei, non solo all'aggressività, ma anche all'imbroglio e a comportamenti di natura antisociale e immorale. Tuttavia, come precisano gli studiosi, «tali effetti sono risultati particolarmente marcati per i partecipanti con più alto disimpiego morale». «Gli studiosi - spiega Alessandro Gabbiadini, ricercatore all'università Bicocca di Milano - hanno ipotizzato che l'uso di questo tipo di giochi possa indebolire il giudizio morale anche al di fuori dei confini virtuali. In particolare, i ragazzi che si espongono a contenuti mediatici violenti tendono a minimizzare l'atto immorale compiuto, a percepire come distorte le conseguenze dell'atto, ritenute meno gravi di quanto realmente esse siano, e a considerare la vittima in maniera diversa , in quanto meritevole della punizione subita».








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