Femminicidio, 128 donne uccise in Italia nel 2013: la violenza costa 17 miliardi l'anno

Stop al femminicidio
Stop al femminicidio
Lunedì 25 Novembre 2013, 10:36 - Ultimo agg. 10:37
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ROMA - Un elenco di nomi che arriva fino al numero 128. A poco pi di un mese dalla fine dell'anno, tante sono le donne uccise nel 2013. Le loro storie spesso si assomigliano, vittime di mariti, fidanzati, compagni e ex. Una violenza che si sviluppa quasi sempre all'interno delle mura domestiche. Una vergognosa e macabra conta con una rapida escalation: ad agosto risultavano un'ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking al numero attivato da Telefono Rosa sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10%.



CHI È L'UOMO NERO L'autore è nel 48% dei casi il marito, nel 12% il convivente nel 23% l'ex; si tratta poi di un uomo tra i 35 e i 54 anni nel 61% dei casi, di un impiegato nel 21%, e di una persona istruita (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Il persecutore non fa poi in genere uso di alcol e di droghe (63%). Anche il profilo della donna-vittima descrive una persona piuttosto normale: una donna di età compresa fra i 35 e 54 anni, con la licenza media superiore nel 53% e la laurea nel 22%. Percentuali e numeri amplificati da altri numeri.



I COSTI DEL SILENZIO La violenza subita dalle donne ogni anno ha, infatti, un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l'equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa pagata dal nostro paese ogni anno per incidenti stradali. A stimare questo prezzo, altissimo, è l'indagine nazionale «Quanto costa il silenzio?» presentata nei giorni scorsi da Intervita onlus. Dei 16,719 miliardi di euro spesi ogni anno a causa della violenza di genere, 2,377 sono costi diretti: sanitari (460,4 milioni), consulenza psicologica (158,7 mln), farmaci (44,5 mln), ordine pubblico (235,7 mln), giudiziari (421,3 mln), spese legali (289,9 mln), costi dei servizi sociali dei Comuni (154,6 mln) e dei centri antiviolenza (circa 8 milioni). La mancata produttività è stimata invece in 604,1 milioni di euro. Soprattutto il dato sulle spese sanitarie, secondo Intervita, è sottostimato: perchè solo il 3,3% delle vittime ha fatto ricorso a cure ospedaliere. Il 96,7% di episodi di violenza non ha dato luogo a ricoveri, ma molto probabilmente ha determinato conseguenze sulla salute e prodotto costi. Il prezzo della violenza, però, lievita soprattutto a causa dei costi non monetari: si calcola in 14,3 miliardi di euro il costo umano, emotivo ed esistenziale sostenuto dalle vittime, dai loro figli e familiari. Include l'impatto della violenza sui bambini, l'erosione del capitale sociale, la riduzione della qualità della vita e della partecipazione alla vita democratica.