«La quarantena in ex ospedale o caserma»: la richiesta del sindaco di Proceno dopo la fuga di migranti

Il Cas al Carpe Diem di Orte
Il Cas al Carpe Diem di Orte
Domenica 2 Agosto 2020, 08:28 - Ultimo agg. 3 Agosto, 16:10
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«Trasferire i migranti da Valentano ha risolto il problema? No, lo ha solo spostato a Proceno e a Orte. Io non ne faccio una questione politica ma di politica del territorio». C’è pacatezza e delusione nelle parole di Cinzia Pellegrini, sindaco di Proceno. Ma anche la consapevolezza di dover fare qualcosa per evitare che la situazione si complichi ulteriormente. Dopo la fuga di 2 ospiti della struttura Airone, di origine egiziana, c’è anche preoccupazione: “Per questo ho nuovamente scritto alla Prefettura. Il centro non è adeguato. Non basta – ragiona – che ci siano i servizi igienici. Per contenere l’emergenza sanitaria andrebbero spostati in un ex ospedale o in una ex caserma. Non in una struttura vicino a un bosco da dove scappare è facile”.

Già, perché l’altro giorno due dei sette immigrati spostati giovedì da Valentano, in tarda mattinata hanno eluso il controllo delle forze dell’ordine e della vigilanza privata pagata dalla Ospita srl, che gestisce la struttura, per incamminarsi verso la Cassia. “Prima del trasferimento – continua Pellegrini – nel centro c’erano 15 ospiti, tutti negativi. Erano arrivati domenica, io l’ho saputo solo dopo. Da anni a Proceno si fa accoglienza, anche con progetti di integrazione ben riusciti. Ora mi chiedo: se fossero stati italiani, avrebbero messo lì dentro altre persone sulle quali il test ancora non era stato fatto?”. Domande, dubbi, richieste di un cambio di rotta: “Finora dalla Prefettura solo una telefonata venerdì. Stavolta spero - ammette - di avere un riscontro e che individuino un centro dove far trascorrere la quarantena obbligatoria ai migranti”.

Sul piede di guerra anche il vicino sindaco di Acquapendente. “È pazzesco che in periodo di Covid l’accoglienza sia in mano a privati senza che i Comuni – sostiene Angelo Ghinassi – possano avere voce in capitolo. Chi garantisce l’incolumità dei cittadini? Le nostre comunità hanno già dato tanto in termini sanitari ed economici: se dovesse scoppiare un focolaio, chiederemo i danni al Governo”. Denuncia, poi, continue segnalazioni da parte dei cittadini: “Mi chiamano per dirmi che i migranti non rispettano la quarantena ma vanno in giro”.

Dalla Ospita srl però chiariscono: “I migranti nella struttura di Proceno non escono. Sono sorvegliati 24 ore su 24 e ogni 2 ore, anche di notte, dopo l’episodio di fuga, facciamo l’appello. Chi viene visto in giro – fa sapere il responsabile Giulio Cuore– vive negli altri due centri di accoglienza, uno proprio ad Acquapendente e l’altro a Grotte di Castro”. E puntualizza: “Non mi presto a questa caccia alle streghe. Noi stiamo seguendo le regole e facciamo ciò che ci viene detto", conclude.
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