Vulcano si sta svegliando dopo 133 anni: fumo e attività sismica sull'isola delle Eolie

Vulcano si sta svegliando dopo 133 anni: fumo e attività sismica sull'isola delle Eolie
di Mariagiovanna Capone
Domenica 3 Ottobre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 18:59
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Molti «vulcanari» se n'erano accorti che qualcosa era cambiato. E l'altro ieri è arrivata la conferma: l'attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa a Vulcano è cambiata, così come pure è aumentata la microsismicità. Due elementi che messi insieme hanno portato il Dipartimento della Protezione Civile a disporre il passaggio del livello di allerta da Verde a Giallo. Sul finire di agosto ma in particolare a settembre, l'isola delle Eolie tranquilla da 133 anni, ha così variato alcuni parametri che hanno fatto scattare il passaggio di livello che, se rimarranno invariati, non porteranno a nessuna eruzione. L'unico cambiamento sarà quello di intensificare il monitoraggio già esistente. Sull'isola la vita scorre come al solito, molti i turisti che scelgono di recarsi qui fuori stagione, e per ora l'ordinanza del sindaco Marco Giorgianni rende off limits esclusivamente l'area craterica de La Fossa (quella delle fumarole) ma non vieta la scalata al versante del vulcano. L'ordinanza disciplina però l'accesso a piccoli gruppi (20 persone massimo) che dovranno essere accompagnati da personale specializzato come le guide alpine vulcanologiche, applicando così il «modello Stromboli». Vulcano, quindi, non chiude, ma prosegue con la cautela dovuta, rendendo ancora più sicura la permanenza sull'isola. 

Le fumarole sul cratere de La Fossa ci sono da sempre, lo sanno bene le migliaia di turisti che ogni anno visitano quest'isola, ma che si siano fortemente intensificate è stato chiaro ai vulcanari che nelle ultime settimane hanno proposto foto e video sui social.

Durante l'estate, con il picco finale di settembre, i sistemi di monitoraggio dell'Ingv hanno evidenziato la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici, in particolar modo quelli legati all'attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa. La temperatura dei gas emessi dalle fumarole sull'orlo craterico è aumentata e la composizione dei gas mostra un aumento di CO2 e SO2 (anidride carbonica e anidride solforosa). C'è stato inoltre l'incremento del numero di eventi sismici ad alta frequenza legati all'attività idrotermale. Il perdurare di questi parametri alterati conferma uno «stato di potenziale disequilibrio» di Vulcano e quindi il Dipartimento della Protezione Civile nazionale ha deciso il passaggio dal livello di allerta base (verde) ad allerta di attenzione (giallo), dopo la riunione con la protezione civile della Regione Siciliana e con il parere concorde della Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi. 

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Il livello di allerta giallo determina il potenziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza vulcanica. L'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta provvedendo al potenziamento delle reti esistenti per seguire al meglio l'evolversi di questa situazione. In questi giorni, l'Osservatorio Etneo ha installato nuove stazioni sismiche a integrazione di quelle esistenti sull'isola, posizionando anche una telecamera termica puntata sull'area fumarolica per registrare alterazioni. Inoltre, da circa due mesi la sezione di Palermo ha attivato quattro nuove stazioni nell'abitato di Vulcano Porto per la misura del flusso di CO2 dal suolo e della concentrazione di CO2 in aria. Ulteriori rilievi e campagne di misura sono previsti per le prossime settimane: a metà ottobre verrà eseguita la campagna annuale di misure Gps tra le isole di Vulcano e Lipari, con particolare dettaglio nell'area del cono della Fossa, che permetterà di valutare meglio la dinamica in atto. «Siccome la storia di Vulcano è ricca di eventi esplosivi e negli ultimi decenni l'abitato, che si trova immediatamente sotto il cono attivo la Fossa, si è espanso notevolmente, lo stiamo tenendo sotto stretta osservazione» tranquillizza sui social il vulcanologo dell'Ingv di Catania Boris Behncke, che ricorda come «una simile crisi di Unrest sia già avvenuta alla fine degli anni '80, inizio anni '90, senza finire con un'eruzione. E così era andata anche negli anni 10-20 del secolo scorso». 

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