Willy Monteiro, Marco Bianchi in aula: «L'ho colpito solo al fianco. Non siamo mostri come ci hanno descritto»

Willy Monteiro, Marco Bianchi in aula: «L'ho colpito solo al fianco. Non siamo mostri come ci hanno descritto»
di Pierfederico Pernarella
Giovedì 18 Novembre 2021, 11:10 - Ultimo agg. 19 Novembre, 06:44
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«Non siamo stati noi ad uccidere Willy, siamo stati descritti come dei mostri, contro di noi odio mediatico. Qualsiasi cosa dicevamo venivamo attaccati». I fratelli di Artena  Marco e Gabriele Bianchi, i due esperti di arti marziali accusati di avere colpito a morte Willy Monteiro Duarte, nel corso di un violento pestaggio avvenuto fuori ad un locale di Colleferro la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020, provano a smarcarsi dalle accuse scaricando le colpe solo su Francesco Belleggia, l'unico dei quattro imputati ad aver ottenuto i domiciliari per aver collaborato nel corso delle indagini. 

E' la prima volta che Marco e Gabriele BIanchi compaiono nell'aula di Corte d'Assise di Frosinone.

Le altre udienze le avevano seguite in videoconferenza dalle carceri dove sono rinchiusi. Quando s'incontrano nella cella di sicurezza i fratelli si abbracciano. 

Il primo a parlare è stato Marco Bianchi. A poco distanza la mamma, la signora Lucia, e la sorella di Willy. Marco si è descritto come un ragazzo semplice e amante dello sport, in particolare la disciplina di combattimento MMA che praticava a livello agonistico: «Non ho colpito Willy al petto, con un calcio l'ho colpito al fianco sinistro e l'ho spinto. Lui è caduto ma si è subito rialzato. Io poi sono andato via dai giardinetti e solo quando stavo in auto mi sono accorto che c'era un ragazzo a terra, ma non sapevo che fosse Willy. Che il ragazzo fosse morto lo abbiamo saputo quando il mattino dopo ci trovavamo in caserma e ci hanno arrestato».

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«Eravamo insieme ai fratelli Bianchi, dopo la lite erano agitati e abbiamo visto Willy a terra»

Marco Bianchi, al termine dell'esame del pm, ha detto: «Non siamo mostri, come ci hanno descritto le televisioni. Io  e mio fratello siamo stati gli unici a dire la verità. Gli altri non si sono presi le loro responsabilità. Se fossi stato io mi sarei assunto le mie colpe, come ho fatto sempre. Sarei stato pronto a pagare - ha detto l'imputato rivolgendosi anche ai familiari di Willy - Non auguro a nessuno passare quello che sto passando io e non non posso immaginare cosa stiano provando i miei genitori». 

Dopo l'esame di Marco Bianchi, è stato ascoltato il fratello Gabriele: «E' un anno e mezzo che aspetto questo momento», ha detto all'inizio dell'esame.

 

Gabriele ha negato di aver colpito Willy: «Ho dato un calcio al petto a suo amico, Cenciarelli, che è finto contro un'auto. Poi quando mi ha detto che lui non c'entrava niente, mi sono fermato, anzi mi è dispiaciuto, me ne vergogno. E ora mi scuso con lui e la sua famiglia».

Al pm che gli ha contestato che quasi tutti i testimoni hanno detto che il calcio sarebbe stato dato a Willy, Gabriele Bianchi ha risposto che secondo lui i testimoni sono stati «influenzati dai media. Ho visto la feccia di Colleferro parlare alle telecamere e dare la colpa a noi, solo per mettere la firma.  Anche i miei amici hanno ricevuto minacce di morte, lettere a casa, sono stati condizionati anche loro».

Un racconto accalorato quello di Gabriele soprattutto quando riferisce sul ruolo di Belleggia:  «Francesco Belleggia gli ha dato un calcio al collo mentre Willy era a terra, senza pietà. Da infame. Gabriele e Marco Bianchi una cosa del genere non l’avrebbero mai fatta. Sono vicino al dolore dei familiari di Willy perché anche io ho un figlio. Il fatto che Belleggia sia ai domiciliari mi provoca una grande rabbia. Io lo so per certo che non aveva intenzione di uccidere Willy ma lui deve dire la verità. Io per dormire devo prendere tranquillanti e ringrazio gli psicologi del carcere».

Quindi a raccontare la versione dei fatti è stato proprio Belleggia il quale ha negato di aver picchiato Willy: «Non ho mai colpito Willy. Marco Bianchi lo ha colpito più volte con una scarica di pugni, anche dopo che si era rialzato. Anche Gabriele si affiancò a Marco dando un calcio a Samuele Cenciarelli, che alzando le mani diceva che non c’entrava nulla. Poi ho visto sferrare un ultimo colpo da Marco Bianchi su Willy». 

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