Willy Monteiro, così è stato ucciso: «Saltavano sul corpo già steso a terra, violenza dei colpi inaudita»

Willy Monteiro, così è stato ucciso: «Un calcio al petto poi una sfilza di pugni»
Willy Monteiro, così è stato ucciso: «Un calcio al petto poi una sfilza di pugni»
di Alessia Marani e Valentina Errante
Mercoledì 9 Settembre 2020, 16:44 - Ultimo agg. 16 Settembre, 22:05
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In quindici pagine di ordinanza il racconto della notte in cui è stato ucciso Willy Monteiro Duarte. Addirittura gli aggressori avrebbero saltellato sul corpo ormai inerme del ventunenne, «passandoci con i piedi». Prima il battibecco, la lite tra Mario Pincarelli, Francesco Belleggia e i ragazzi di Artena, poi il Suv Q7 con i fratelli Marco e Gabriele Bianchi che sbuca all'improvviso, si ferma in mezzo alla strada, i due pugili che scendono, cominciano a sbracciare a gettarsi addosso a Willy e ai suoi amici. Tutte le dichiarazioni raccolte dagli investigatori sono concorsi e inchiodano Gabriele e Marco Bianchi: hanno colpito Willy e i suoi amici. In posizione più sfumata appare Belleggia, mentre risulta il coinvolgimento di Pincarelli nell'aggressione mortale al giovane cuoco di origine capoverdiana. Prima con un calcio in pieno petto a freddo che fa rimbalzare Willy addosso a un'auto poi una sfilza di pugni sul volto. Il gip ipotizza che, in base a nuovi elementi, l'accusa possa diventare quella di omicidio volontario.

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Un «ah bella» rivolto ad una ragazza di un altro gruppo ha rappresentato la miccia ad una escalation di violenza culminata nel pestaggio mortale di Willy. Racconta un testimone, Matteo Larocca: «Ricordo in particolare che uno di loro ha sferrato un calcio all'altezza del petto di Willy facendolo cadere a terra mandandolo a sbattere contro una macchina parcheggiata sulla via. Dopo questo primo calcio Willy è riuscito a rialzarsi ma veniva preso tempestivamente a calci e pugni tanto che cadeva di nuovo a terra. Addirittura mentre era a terra hanno proseguito a sferrare calci e pugni contro il mio amico Willy tanto che non è riuscito più a rialzarsi». Ma è Samuele Cenciarelli, l'amico del cuore di Willy, sconvolto, a mettere a verbale con ancora più precisione gli ultimi istanti di vita di Willy: "Addirittura ricordo che mentre il mio amico Willy giaceva in terra gli aggressori proseguivano passandogli sopra con i piedi". Samuele ha provato anche a fare da scudo al corpo di Willy per proteggerlo ed è stato colpito anche lui. "Ho un vivido ricordo di un paio di loro, degli aggressori, non ricordo chi di reciso, che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso a terra e già inemrme". Anche Samuele è stato picchiato e una volta visto Willy a terra privo di sensi, gli ha aperto la bocca e gli ha tirato fuori la lingua nel tentativo di farlo respirare meglio. Racconta un altro amico della vittima, Marco Romagnoli: "Nello scendere dall'auto gli aggressori hanno subito aggredito Willy che si trovava dal lato più vicino alla macchina dei predetti, senza proferire minacce o alcun genere di parola". Faiza roussi, un altro testimone, un giovane che si trovava in zona è sicuro di fronte gli inquirenti di avere riconosciuto Gabriele Bianchi. "Chi materialmente ha picchiato Willy è stato Gabriele Bianchi che dapprima gli ha dato un calcio in pancia dopodiché Willy è caduto a terra si è rialzato ed è stato colpito nuovamente da Gabriele. A questo punto Willy rovinava a terra e perdeva sangue dalla bocca, Gabriele l'ha picchiato da terra per qualche istante poi è arrivata la sicurezza del locale ed è scappato insieme agli altri". I fratelli Bianchi che molti testimoni dicono di conoscere come "i gemelli di Artena", perchè molto somiglianti, non erano presenti quando era iniziata la lite per degli apprezzamenti a una ragazza davanti al Duedipicche, locale di Colleferro, tra un gruppo del posto, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. A chiamarli al telefono chiedendo loro "rinforzi" è stato Michele Cerquozzi. Ascoltato in caserma Marco Bianchi spiega ai carabinieri che, dopo essersi allontanato dal locale di Colleferro con il fratello, un amico e tre ragazze di cui non ricordo il nome, mentre stavano consumando un rapporto sessuale "vicino al cimitero" ricevevano una telefonata da parte del loro amico Michele Cerquozzi il quale, a suo dire, era impegnato in una violenta discussione a Colleferro, chiedendo loro di intervenire in aiuto.  Marco e Gabriele si somigliano così tanto che alcuni testimoni li confondono. Ma il loro amico Francesco Belleggia chiarisce ai carabinieri, così si legge nell'ordinanza, che "Marco Bianchi va verso Willy e gli tira un calcio e lui cade all'indietro, Bianchi Gabriele picchia l'amico di Willy... Willy era a poca distanza, Marco Bianchi gli sferra un calcio sul petto diretto, Willy cade indietro sulla macchina e Bianchi Gabriele si dirige verso l'amico di Willy picchiandolo". 
 

 

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