Il pm Woodcock indagato, frenata
sull'ipotesi archiviazione

Il pm Woodcock indagato, frenata sull'ipotesi archiviazione
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 22 Settembre 2017, 09:32 - Ultimo agg. 12:44
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Più che una marcia indietro, sembra un segnale di stop temporaneo. È l'ultima novità del sempre più complicato caso Consip, almeno per quanto riguarda il filone che vede sotto accusa, sul piano penale, il pm napoletano Henry John Woodcock. Stando a quanto trapelato dagli uffici di piazzale Clodio, la richiesta di archiviazione da parte dei pm romani non sarebbe un dato acquisito. Non c'è sul caso alcuna decisione da parte dell'ufficio inquirente guidato dal procuratore Giuseppe Pignatone, contrariamente a quanto è stato anticipato in questi giorni da un po' tutti i quotidiani. Ieri era annunciata come un fatto scontato, ma in tarda mattinata c'è stata una fumata nera: nessuna decisione, nessuna richiesta di archiviazione in favore del magistrato chiamato a rispondere di violazione di atti coperti da segreto d'ufficio (in concorso con la giornalista Federica Sciarelli) e di una ipotesi di falso (in concorso con l'ex capitano del Noe, oggi maggiore, Gianpaolo Scafarto, in relazione al capitolo sui servizi nella informativa finale della Consip trasmessa a Roma).

Ma la pausa di riflessione di ieri mattina non dovrebbe rappresentare un segnale di allarme per il magistrato anglonapoletano, dal momento che - almeno da un punto di vista penale - i bene informati confermano che è in arrivo una richiesta di archiviazione da parte del procuratore Pignatone, del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi. Non sarebbero emersi riscontri concreti in grado di sostenere una richiesta di accusa nel corso di un processo. Difeso dal penalista Bruno Larosa, Henry John Woodcock si era difeso per almeno cinque ore dinanzi ai colleghi romani (con i quali conduceva da anni atti istruttori su vicende legate ad affari che contano e mondo politico), per smentire la doppia accusa in campo penale. Erano due le ipotesi investigative battute dalla Procura di Roma, a caccia della talpa che ha consentito alla fine dello scorso dicembre al Fatto quotidiano di macinare scoop sul coinvolgimento dei vertici dei carabinieri e del ministro Luca Lotti, proprio nella fase di passaggio per competenza territoriale da Napoli a Roma; mentre anche sulla ipotesi di falso, ci sarebbe l'orientamento dei pm romani di chiudere con un nulla di fatto, dal momento che la toga napoletana si sarebbe limitata a consigliare all'ufficiale del Noe di aprire un capitolo a parte sul presunto controspionaggio governativo, per consentire ai pm di Roma (destinatari dell'informativa finale della Consip) di fare le opportune verifiche. Fatto sta che è inutile negare che a Napoli le mosse della Procura di Roma sono attese con una buona dose di comprensibile apprensione. 

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