Covid, Zaia: «In Veneto oggi 72 morti. Scuola, rischioso aprire e chiudere subito dopo»

Covid, Zaia: «In Veneto oggi 72 morti. Scuola, rischioso aprire e chiudere subito dopo»
Covid, Zaia: «In Veneto oggi 72 morti. Scuola, rischioso aprire e chiudere subito dopo»
Giovedì 26 Novembre 2020, 13:12 - Ultimo agg. 17:40
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Covid, il governatore del Veneto Luca Zaia punta il dito contro gli assembramenti delle persone, colpevoli, secondo Zaia, di causare l'aumento del contagio: «Il contagio cresce per gli assembramenti. Non voglio gestire la diffusione a suon di ordinanze». Il presidente del Veneto lo ha detto in diretta oggi su Facebook, giovedì 26 novembre 2020, snocciolando i dati sulla pandemia da Coronavirus in Veneto e le misure adottate dalla Regione per contrastare la diffusione del virus. Oggi, infatti, nel Veneto entra in vigore l'ultima ordinanza firmata dal governatore. 

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I dati

Tamponi molecolari fatti ad oggi 2 milioni 734mila, tamponi rapidi 878.756.

Isolamento 44437 persone. Positivi da inizio pandemia 134.056 (+3980) - i positivi crescono in proporzione ai tamponi fatti - ricoverati 2579 (+50), in terapia intensiva si trovano 323 persone (-1). Morti 3501 (+72 nelle ultime 24 ore, erano 76 il giorno prima). 

Appello agli infermieri

Un appello agli infermieri del sistema sanitario del Veneto a prestare servizio straordinario, oltre l'orario normale in corsia, nelle Case di riposo della regione è stato lanciato oggi dal governatore Luca Zaia.«Chiediamo a chi lo può fare - ha detto Zaia - di poter prestare la propria opera, extra orario di lavoro, presso le case di riposo. È volontariato, ma sarà retribuito, 35 euro all'ora. Faccio appello a tutto il nostro personale infermieristico, magari anche solo per fare un'ora nelle Rsa, perchè sono in estrema sofferenza. Mentre c'è chi parla di Natale, dei regali e del cenone, nelle case di riposo abbiamo anziani isolati a causa del virus che non vedono più i parenti da mesi».

«Scuola, rischioso aprire e chiudere subito dopo»

 

«Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo. Concentriamoci invece ad un'apertura più solida dopo l'Epifania, se è possibile. Perché tutto dipende dall'infezione», dice Zaia, il quale ribadisce che la sua linea è per «una scuola in presenza. Penso e spero - osserva - che non diventi un totem questa faccenda della scuola. Perché, se la discussione si trasforma semplicemente in un puntiglio politico, vuol dire che non facciamo il bene della scuola e, soprattutto, della salute dei ragazzi e delle loro famiglie. L'esperienza internazionale insegna che le scuole sono state sempre centrali durante questa infezione».

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«Sci, oggi le risposte dall'incontro con Boccia e Speranza»

Ci sarà anche Il tema degli impianti sciistici, annuncia il governatore Luca Zaia, tra gli argomenti che oggi pomeriggio verranno discussi tra Regioni, Anci, Upi e i ministri Boccia e Speranza, in vista del prossimo Dpcm. «Capirò oggi cosa diranno - afferma Zaia -. I presupposti sono sempre gli stessi; la salute viene prima di tutto, ma se si chiude bisogna ristorare, e se si chiude e si ristora, bisogna evitare che gli altri aprano. Ci vuole un trattamento perequativo, altrimenti si fa la figura dei 'pirla' di fronte al mondo intero. Chiudere le piste da noi e pensare che in Austria, in Svizzera e in Slovenia invece si può sciare diventa davvero difficoltoso e anche imbarazzante».

«In Austria - ricorda Zaia - danno fino all'80% del fatturato perso, idem in Germania con percentuali diverse. Penso che in Italia molti operatori avrebbero anche accettato percentuali inferiori. Invece si è fatta questa scelta; si pensi solo al tema del bonus che non ha cambiato la vita con i 600 euro. Così gli operatori si trovano più in difficoltà ad affrontare i temi di restrizione perchè nessuni crede più ai ristori». «Lo sci - conclude - è uno sport salutare, fatto all'aria aperta, è un'ambiente ideale per non diffondere il contagio. Ovviamente bisogna evitare l' assembramento. È una partita complicata. Ma la chiusura dello sci è la fine della montagna. In conto bisogna mettere non solo l'impatto economico, ma anche sociale che sarà devastante».

Pordenone, uccide la compagna a coltellate. L'avvocatessa che doveva difenderlo rinuncia: "Non posso accettare"

È arrivato in Questura con le mani ancora sporche di sangue, dopo aver ucciso la compagna Aurelia Laurenti con numerose coltellate al collo. È accaduto la notte scorsa a Riveredo in Piano, in provincia di Pordenone , dove l'uomo, Giuseppe Forciniti, è andato poi a costituirsi.


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