Zona bianca a Pescara ma locali chiusi alle 24: «La gente vuole dormire»

Zona bianca a Pescara ma locali chiusi alle 24: «La gente vuole dormire»
di Paolo Mastri
Martedì 8 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 10:30
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Chiamarlo coprifuoco, come strillano i gestori dei locali dopo lunghi mesi di sacrificio, magari è troppo. Copri-cockatil, piuttosto. Perché il paradosso dell'Abruzzo che torna in zona bianca è rappresentato proprio dall'eccezione di Pescara, capitale regionale e non solo del tempo libero. Un'economia degli aperitivi che ha rapidamente fatto filiera, creando due distretti stabili all'interno della città, ai quali d'estate si aggiunge la riviera, pronta a trasformarsi in una chilometrica discoteca. Un boom che non fa rimpiangere gli anni d'oro del commercio. Su tutto questo, proprio mentre la restrizioni sanitarie vanno in soffitta, si abbatte la scure del sindaco Carlo Masci, un azzurro di estrazione civica costretto a bilanciare le spinte opposte di Fratelli d'Italia e Lega: non sarà un liberi tutti, il ritorno alla movida senza regole sognato dal popolo della notte. C'è anche il diritto al riposo da rispettare. 

Tradotto in ordinanza, dalla domenica al giovedì i locali dovranno chiudere a mezzanotte e mezza, mentre soltanto venerdì e sabato, i giorni d'oro per la cassa, sarà tollerata un'ora in più.

Una doccia gelata per la lobby dei birrai, sostenuta da tutte le organizzazioni del commercio e dell'artigianato, che puntava a brindisi no limit, fino alle due tutte le notti per i prossimi quattro mesi come risarcimento per le chiusure forzate dall'autunno scorso in poi. Unico punto di mediazione, la porta aperta a ridiscutere orari e modalità dopo il 7 luglio, quando l'estate entrerà davvero nel vivo e la curva epidemica potrà essere valutata con maggiore ponderazione. Si rifletterà, questi gli impegni, su orari differenziati per zone, con maggiore elasticità per il lungomare e rigore limitato ai due poli di Pescara vecchia e via Battisti-piazza mercato, dove la distanza tra le vie delle bevute e le abitazioni è ridotta al limite dell'inconciliabilità di posizioni. Sì, perché se c'è una lobby degli aperitivi, altrettanto agguerriti sono i comitati dei residenti che ogni notte montano di guardia dai balconi per filmare e diffondere in rete gli eccessi della movida. Va avanti così da anni e il digiuno da lockdown non ha fatto altro che incancrenire le posizioni.

Inutile l'ultimo tavolo di ieri, con i gestori che hanno ribadito «senza orari lunghi non ce la faremo mai a riprenderci, abbiamo sofferto troppo». L'ordinanza del sindaco è legge, con l'avallo politico di un ordine del giorno votato dal consiglio comunale, qualche mal di pancia malcelato di Fratelli d'Italia, attenta alle ragioni dei gestori, e la Lega convinta a mettere la sordina alla sua vittoria securitaria. 

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Sì, perché nelle strade della movida c'è da sempre un grosso problema di ordine pubblico. Esploso drammaticamente a Pescara vecchia, negli anni passati, con violenze e coltellate che hanno determinato la fuga dei locali più cool avviando al declino le suggestive stradine intorno alla casa natale di Gabriele d'Annunzio e alla fortezza borbonica. Ma presto ripropostosi in via Battisti, il cuore della città moderna, in forme meno cruente e però con una preoccupante costanza di schiamazzi, risse e piccolo spaccio. Una tendenza all'eccesso che ha costretto le forze dell'ordine ad autentiche blindature della zona durante i periodi di restrizioni maggiori, con accessi contingentati e sgomberi forzati. Anche l'ultimo week end di zona gialla, complice la difficoltà di mordere il freno, ha prodotto il consueto bollettino di sanzioni, ben 36, per assembramenti e mancato utilizzo della mascherina. Un bilancio che, alla vigilia dell'ultimo tavolo con gli operatori, ha dato forza al sindaco per varare un giro di vite che sarà presto imitato da altri località di riviera ad alto tasso vita notturna, come la costa dei Trabocchi, rapidamente avviata a diventare la Milano marittima del sud. Tutto fino al 7 luglio. Certo, di fronte alla costante ritirata del virus, Pescara è da settimane la provincia più felice d'Italia, sarà difficile resistere all'onda di ritorno di gestori e popolo della notte. Una battaglia all'ultima birra.

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