Aborto, vietato anche in caso di malformazione del feto. Proteste in Polonia: «É l'inferno delle donne»

Aborto, vietato anche in caso di malformazione del feto. Proteste in Polonia: «É l'inferno delle donne»
Venerdì 23 Ottobre 2020, 20:18 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 14:07
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Non si fermano manifestazioni e proteste a Varsavia contro la decisione della Corte costituzionale polacca che limita fortemente il diritto all' aborto. L'interruzione della gravidanza è vietata anche in caso di malattie e malformazioni del feto. L'Alta Corte, sotto la guida della presidentessa Julia Przylebska, che risponde a un ricorso presentato da 119 deputati – per lo più del partito conservatore al governo Diritto e giustizia (Pis) – tre anni fa, ha deciso che nemmeno in quei casi l'aboorto è consentito. 

 La polizia ha usato i gas lacrimogeni contro un gruppo di persone che stava protestando davanti alla casa di Jaroslaw Kaczynski, il capo del partito di governo Pis.

La decisione della Corte ha sollevato molta indignazione nell'opposizione e nell'opinione pubblica. I manifestanti si sono radunati prima sotto la sede della Corte, poi hanno raggiunto la sede del partito Pis (al potere in Polonia dal 2015) e verso la mezzanotte una parte di loro ha deciso di spostare la protesta nel quartiere Zoliborz, dove abita il leader conservatore. Bloccati dalla polizia, manifestanti si sono visti strappare gli striscioni e sono stati dispersi coi lacrimogeni. Alcuni hanno reagito lanciando pietre e secondo fonti della polizia 15 persone sono state fermate e alcune centinaia sono state denunciate alle autorità sanitarie, per aver violato le misure anti-Covid. Manifestazioni per dare battaglia a quello che è stato definito «l'inferno per le donne» si sono svolte anche a Cracovia, Poznan, Szczecin, Danzica, Lodz. A Varsavia, l'organizzazione femminile «lo sciopero delle donne» ha annunciato per stasera un'altra protesta sotto casa di Kaczynski. Soddisfazione per la decisione della Corte è stata espressa dal monsignor Stanislawa Gadecki, presidente della conferenza dei vescovi polacchi.

«Intervenga Ue»

«La Corte costituzionale polacca ha dichiarato incostituzionale la legge che consente l'aborto nei casi in cui vengano riscontrate gravi malformazioni del feto. Questa decisione crudele e regressiva rende l'accesso all' aborto per motivi terapeutici quasi impossibile. Così, la vita di molte donne e di molte famiglie polacche sarà devastata». Lo dichiara Yuri Guaiana, membro della direzione di Più Europa. «La legge polacca - prosegue - era già tra le più restrittive d'Europa. E consentiva l' aborto solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro (che rappresentano solo il 2% circa delle interruzioni di gravidanza legali effettuate negli ultimi anni) e, appunto, gravissima malformazione del feto. Il fatto che la Corte costituzionale polacca, responsabile del rispetto dello stato di diritto, promuova una palese violazione dei diritti umani, come ha denunciato anche Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, è stato reso possibile dalla deliberata erosione dello stato di diritto da parte del PiS, il partito di governo. Infatti, il PiS - aggiunge - è riuscito a nominare la maggior parte dei giudici costituzionali dopo che la nomina dei giudici scelti dall'opposizione è stata rifiutata dal presidente Andrzej Duda, sostenuto dal partito di governo. É ora che si dia seguito alla proposta della Commissione europea di condizionare i finanziamenti UE a favore degli Stati membri al rispetto dello stato di diritto», conclude Guaiana.

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