Il rapporto sottolinea l'alto numero di vittime dovute agli attacchi suicidi e all'uso di rudimentali ordigni esplosivi (ied). «Queste agghiaccianti statistiche - ha detto il rappresentante del segretario generale dell'Onu in Afghanistan, Tadamichi Yamamoto - forniscono dati affidabili sull'impatto della guerra, ma esse non rendono l'idea delle spaventose sofferenze inflitte alla gente comune, specialmente alle donne e ai bambini».
Quasi due terzi (il 65%) degli oltre 10.000 morti e feriti registrati nel 2017 per il conflitto in corso in Afghanistan sono attribuibili alle forze antigovernative.
Di questa percentuale, si precisa, circa il 42% riguarda i talebani, il 10% l'Isis-Khorasan (Pakistan e Afghanistan) e il 13% altre forze antigovernative non determinate. Le forze filogovernative, invece, hanno causato un quinto delle vittime civili: di queste, il 16% è imputabile alle forze di sicurezza afghane, il 2% alle forze militari internazionali e l'1% ciascuno a gruppi armati filogovernativi e al altre indeterminabili forze pro-governo. L'11% delle vittime civili, infine, sono state causate durante scontri a fuoco fra forze pro e anti-governo, e per esse è stato impossibile attribuire una responsabilità.