AirFrance, voragine da 7 miliardi: trasporto aereo europeo sotto choc

AirFrance, voragine da 7 miliardi: trasporto aereo europeo sotto choc
di Francesca Pierantozzi
Venerdì 19 Febbraio 2021, 07:30 - Ultimo agg. 10:07
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«Un risultato orribile» ha chiosato ieri mattina Fréderic Gagey, direttore finanziario di Air France-Klm, poco dopo la pubblicazione del comunicato che fotografa i numeri dell’horribilis 2020: 7,1 miliardi di perdite, con un fatturato che precipita del 59 per cento rispetto al 2019 e una ripresa ancora più che incerta, con un primo trimestre 2021 che si annuncia «difficile» e una visibilità sul futuro che resta «limitata».  

Tutto sprofonda nel rosso: le compagnie premium Air France e Klm, ma anche la low cost Transavia, per non parlare del settore manutenzione, che ha subito il crollo dei clienti esterni. Resta a galla soltanto il comparto merci, con 860 milioni di fatturato, in aumento del 54%, ma non basta. Il fatto che gli analisti avessero previsto da tempo la portata della crisi Covid non rende meno sopportabili le cifre: «Sono numeri che danno il capogiro» ha rincarato Gagey.

Le perdite includono 822 milioni di euro di accantonamenti per i piani di ristrutturazione: in un anno i tagli al personale hanno superato il dieci per cento degli effettivi, meno 5mila posti di lavoro in Klm, meno 3600 in Air France.

Nonostante i 10 miliardi di euro di aiuti arrivati dai governi francese e olandese, il gruppo non ha ancora finito di tagliare: «i piani in corso ci permetteranno di accompagnare ancora 900 partenze volontarie in Klm e circa 4900 in Air France» ha detto Gagey, parlando di sacrifici “indispensabili” per superare la crisi. Il buco nei conti è reso ancora più abissale dai 595 milioni per gli acquisti anticipati di kerosene, con gli arei restati a terra a causa della pandemia e il corso del petrolio caduto a picco. Tutti i numeri aprono voragini: nel 2020 il gruppo ha perso il 67,3% rispetto al 2019, con un quarto trimestre da apocalisse (-75,9%). Anche tenendo conto di un effetto vaccini e di riaperture progressive nel corso di quest’anno, Klm-Air France prevede di arrivare al massimo al «40% della sua capacità di trasporto rispetto allo stesso periodo del 2019».  

Male tutto il settore. Il rosso di Delta Airlines per l’anno scorso raggiunge 10,3 miliardi, mentre United Airlines ha subito perdite per 6,4 miliardi. In Europa, Lufthansa ha annunciato che nonostante gli aiuti statali per oltre 9 miliardi, taglierà 22 mila posti di lavoro, circa il 16 per cento dei dipendenti del gruppo. Il presidente del direttorio Carsten Spohr contava fino a tre settimane un milione di euro perso ogni due ore per il gruppo. La pandemia «è il più grosso choc mai vissuto dal settore aereo» ha detto da parte sua Brian Pearc, capo economista della Iata, con una diminuzione del 66 per cento del traffico nel 2020 e 1,8 miliardi di passeggeri in tutto, contro i 4,5 miliardi del 2019. La ripresa si annuncia lenta, qualunque sia l’impatto dei vaccini e il risultato della lotta al Covid-19. 
Nella migliore delle ipotesi, il traffico aereo nel 2021 sarà il doppio rispetto al 2020, ma la metà del periodo pre-crisi. Le perdite finanziarie per le compagnie aree mondiali non sono finite: dopo il rosso monstre di 510 miliardi di dollari in totale persi nel 2020, le perdite per il settore dovrebbero, sempre secondo la Iata, attestarsi intorno ai 40 miliardi nel 2021.  

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