La Grecia, immersa nel lutto, prova a ritrovare la forza per guardare al futuro, anche grazie all'esempio di un giovane studente di 20 anni: si chiama Andrea Alikaniotis ed è un talento del nuoto ellenico che studia a Salonicco. Era partito anche lui da Atene, col treno delle 19.19, la sera di martedì, e si trovava nella seconda carrozza. Subito dopo lo scontro con il carro merci, malgrado lo shock, ha rotto a mani nude i vetri dei finestrini e ha iniziato ad aiutare a uscire - cosciente che ogni secondo fosse preziosissimo - tutti i feriti che si trovavano vicino a lui. Non voleva rendere nota la sua storia, ma ci ha pensato una dottoressa dell'ospedale di Làrissa. «Eravamo tutti studenti, credo di aver aiutato circa dieci persone. Metà vagone era avvolto dalle fiamme e molto inclinato, ma grazie anche ad altri ragazzi, siamo riusciti a uscire dalla parte superiore e a ridurre il vuoto che si era creato, buttando a terra le nostre valigie», ha raccontato ai cronisti. Ed ha chiesto che - almeno per ora - non gli dicano se i suoi amici, o compagni di corso, non ce l'hanno fatta.
La corsa del carro merci e del treno passeggeri sullo stesso binario - fino allo scontro frontale - è durata per quindici lunghissimi minuti.
La rabbia, mista al dolore, è fortissima, in tutti i parenti. Sia in mattinata che ieri sera, gruppi di dimostranti si sono radunati davanti alla sede ateniese della Hellenic Train per denunciare le carenze del sistema ferroviario e ci sono stati anche scontri con la polizia. In una giornata in cui altre tremila manifestanti hanno scelto la via pacifica, sfilando in una marcia silenziosa davanti al Parlamento, nonostante la pioggia.
Nel frattempo, i lavoratori e sindacalisti del settore ferroviario, continuano a tornare sulle gravissime carenze che hanno concorso alla tragedia. Quattro mesi fa, gli ingegneri responsabili della rete ferroviaria ellenica avevano denunciato le forti carenze nel settore della sicurezza. A cominciare dal mancato funzionamento dei segnalatori luminosi, anche nella tratta principale del paese, tra Atene e Salonicco. Si sono susseguiti una serie di scioperi che, però, non sono riusciti a far prendere coscienza della situazione a chi sarebbe potuto intervenire. Nel frattempo, anche ieri, a Salonicco, Atene, Làrissa, centinaia di persone hanno donato il sangue per fare fronte alle esigenze dei feriti. Sei, i più gravi, si trovano in terapia intensiva, mentre altri sessantasei, «non sono in situazione critica».