Il fumo uccide: azienda di tabacco condannata a risarcire la famiglia del fumatore morto, è la prima volta

Una sentenza senza precedenti costringe un'azienda di tabacco a risarcire la famiglia di un fumatore morto a causa del fumo
​Una sentenza senza precedenti costringe un'azienda di tabacco a risarcire la famiglia di un fumatore morto a causa del fumo
di Marta Ferraro
Domenica 15 Settembre 2019, 15:59 - Ultimo agg. 18:33
2 Minuti di Lettura

La compagnia di tabacco Nobleza Piccardo, ora chiamata British American Tobacco Argentina, deve risarcire la famiglia di un uomo che è morto a causa del vizio del fumo nel 1998, secondo quanto stabilito dalla Corte Nazionale d'Appello del paese sudamericano.

La sentenza ha stabilito che la moglie e la figlia di Miguel Isabella Valenzi, idraulico di 46 anni morto a causa di un cancro ai polmoni, dovranno ricevere il risarcimento di 2.850.000 pesos, circa 50.000 euro, per le spese mediche sostenute durante la malattia del congiunto e i danni morali per la sua perdita.

La Nación, che riporta la notizia, cita una dichiarazione della British American Tobacco, in cui si afferma che l'azienda non è d'accordo con la sentenza poiché la stessa «ignora la realtà dei fatti - ossia - che i consumatori adulti conoscono perfettamente i rischi associati al fumo».

Come è emerso, Miguel Isabella Valenzi ha iniziato la causa giudiziaria dopo aver appreso la sua diagnosi nel 1995. L'uomo aveva preso la cattiva abitudine di fumare a 14 anni, consumando fino a tre pacchetti di sigarette al giorno di Jockey Club, del brand Nobleza Piccardo, che poi sono state messe fuori commercio a partire dal 2016.

Inizialmente la causa era stata respinta, ma i giudici hanno condannato la società dopo l'appello, spiegando che, sebbene sia impossibile collegare con certezza il cancro alla malattia, questa, comunque, resta la causa più probabile e ciò è sufficiente per ritenere responsabile il produttore.

Inoltre, secondo il tribunale e contrariamente a quanto sostiene l'azienda, non si può sostenere che l'uomo fosse consapevole dei rischi del fumo, poichè nel periodo in cui l'uomo ha cominciato a fumare non si conoscevano i rischi del fumo e le compagnie del tabacco, invece, portavano avanti campagne pubblicitarie per incentivare l'uso delle sigarette.

British American Tobacco ha rifiutato di esprimere pareri in merito, ma ha riferito che «ci sono forti motivi per appellarsi alla sentenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA