Corruzione e pesos ko, l'Argentina balla di nuovo sul baratro

Corruzione e pesos ko, l'Argentina balla di nuovo sul baratro
di Carmine Pinto
Venerdì 31 Agosto 2018, 11:00
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La banca centrale argentina ha alzato i tassi dal 15% al 60%. Una politica di questo tipo abbatterebbe qualsiasi economia europea. Invece per l'Argentina l'alta inflazione è un problema endemico oramai da quasi vent'anni. Negli anni passati, durante le presidenze radicali e filo bolivariane dei Kirchner, il governo propose alla comunità internazionale indicatori più bassi di quelli valutati dalle agenzie e dal Fondo Monetario. Fu un bluff inutile. Alla fine, nel 2014, dovettero ammettere i dati reali, mentre la moneta subiva una svalutazione costante e precipitosa. L'Argentina andò per la seconda volta in default (dal 2001), finendo sistematicamente declassata da tutti gli osservatori di rating e gli investitori mondiali.

La patata bollente è stata raccolta da Mauricio Macri, il presidente eletto a furore di popolo contro la famiglia Kirchenr, conservatore, liberale, deciso e carismatico. Ma l'eredità era tremenda da gestire. Nell'America Latina del 2015 la crescita è generale, in alcuni casi imponente, a partire dal poderoso sviluppo del Cile o del Perù (e con le tragiche eccezioni del Venezuela e di Cuba), la situazione argentina quindi paradossale. Macri le ha tentate tutte. Dopo infinite trattative ha concordato un piano di aiuti triennale con l'Fmi. Ieri ha chiesto di anticipare le risorse promesse, per evitare il terzo default ed impedire un giudizio di insolvibilità dei mercati sul paese. Nonostante questo, il peso, la moneta nazionale, è in caduta libera, con tutte le conseguenze del caso, visto che il 2019 sarà un anno elettorale
 
La notizia questa volta è apparsa sorprendente per l'Europa. L'Argentina è lontana, la sua distanza si è moltiplicata negli ultimi decenni. Eppure si tratta della nazione più italiana ed europea del mondo. In Argentina una quota imponente della popolazione, forse 25 milioni, come il suo presidente, ha origini, famiglia e tradizioni o almeno un avo italiano. Una presenza che, con le altre tradizioni (spagnola, tedesca, ebrea) fa del paese innanzitutto la comunità euro-discendente più importante d'America, una presenza visibile ancora oggi in tutte le espressioni politiche, culturali e sociali. Un viaggio in Argentina nel 2018 è innanzitutto la permanente riscoperta di tradizioni, lingue, problemi, culture di arrivo e di emigrazione, magari elaborate o reinventate, e contemporaneamente di un paese che vuole presentarsi completamente nuovo.

L'Argentina appare perciò più distante e allo stesso tempo più vicina. Per gli europei è innanzitutto quella del calcio, dei campioni mondiali, delle rabbiose e spesso aggressive sfide della nazionale argentina. La squadra però è uscita a pezzi dai mondiali in Russia, ha un allenatore a tempo determinato e cerca disperatamente l'erede di Lionel Messi. E ora, a dire degli orgogliosi spagnoli che lo hanno scritto sui propri giornali, per la prima volta i latini cercarono i talenti e i campioni nei vivai europei, quelli che chiamano gli Hijos del Corralito, i figli del milione di argentini trasferiti all'estero dopo la tremenda crisi del 2001.

Tra gli argentini in Europa però c'è anche il primo Papa americano e gesuita, per alcuni il rinnovatore della Chiesa di Roma, per altri il suo nemico irrazionale, per le sinistre senza casa, il modello sostitutivo della fine delle ideologie. Le prospettive però ancora una volta cambiano, se ci sposta a Buenos Aires. In Europa è diventato di moda citare le massime del Papa Francesco, in Argentina non è proprio così. Il capo della Chiesa dopo l'elezione non è mai tornato nel suo paese (a differenza che nel resto del continente) e per ora non si conoscono programmi di viaggio (pubblici), anche se almeno mezza nazione lo festeggerebbe come nessun altro.

L'Argentina è un paese largamente cattolico, con tradizioni radicate, una presenza imponente nella scuola e nell'università, per ora estranea agli scandali che aggrediscono l'istituzione in tante parti del mondo. Allo stesso tempo ha al suo interno una potente tradizione laica, per molti aspetti con richiami quasi ottocenteschi all'anti clericalismo liberale e alla separazione tra stato e chiesa. Sono temi di discussione intensi, in questi ultimi anni emersi attraverso una poderosa campagna a favore dell'aborto, della laicizzazione dello stato e della possibile rinuncia al battesimo, che ha toccato spesso toni polemici brutali, addirittura la rimozione di statue della vergine, con una pericolosa capacità di mobilitazione popolare (e mediatica), magari esplosiva un giorno proprio in occasione della visita del Papa (a cui invece Macri è sempre stato fedele nelle posizioni politiche).

L'Argentina di oggi è, pertanto, un paese di confronti intensi, ma quelli politici restano sempre al centro del palcoscenico. Il presidente Macri, ex sindaco della città, ex presidente del Boca, aveva sconfitto i Kirkchner, ora al centro del maggiore scandalo di corruzione d'America Latina (insieme a Lula in Brasile). In Argentina non si parla d'altro. I giudici hanno scoperto una Tangentopoli di immense proporzioni, sequestrando i diari di un collaboratore della ex presidente, che per dieci anni aveva preso, con precisione estrema, nota di tutti gli incontri e delle borse di soldi che aveva di volta in volta raccolta e consegnato.

La vicenda è ancora più drammatica, perché coinvolge una parte importante delle maggiori imprese nazionali, a cui le banche voglio chiudere il credito perché indagate per la mega tangentopoli di Buenos Aires. E proprio Macri, nemico giurato dei Kirchner, cerca disperatamente di evitarlo, perché questo determinerebbe una ulteriore valanga nella già fragile e scossa economia del paese dell'inflazione. Cristina Kirchner quindi rischia direttamente il carcere, ma una parte del suo partito continua a seguirla e questo accenderà la campagna elettorale presidenziale del prossimo anno. Infatti, le elezioni si inseriscono nella guerra frontale dichiarata da Macri (e dai suoi alleati latini) al regime venezuelano (storico amico dei Kirchner) e alla sinistra latina del Foro di Sao Pablo.

L'Argentina resta quindi un posto originale e complesso. Non a caso, il paese dell'inflazione ha comunque accolto 95000 venezuelani fuggiti dal regime di Maduro, anche se per l'opinione generale sono molti e molti di più di questi dichiarati. Ed è un paese che si piega e rinasce sempre. Pochi giorni fa, Buenos Aires è stata invasa da professionisti ed appassionati di tutto il mondo, giunti per i mondiali di Tango, tutto il paese osserva le 600 coppie che si disputano la coppa e il successo. Insomma forse appare lontana, ma è molto vicina, non solo per gli scandali o le delusioni, quanto per la sua anima controversa, capace di crollare e rinascere ogni volta, anche ai confini del mondo.
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