Bomba San Pietroburgo, per l'omicidio di Tatarsky arrestata una donna: è Daria Trepova. Gli esperti: possibile avvertimento a Wagner

La russa era già fermata mentre manifestava contro la guerra in Ucraina

Attentato a San Pietroburgo, morto Vladlen Tatarsky: arrestata una donna, bomba nascosta in una statuetta
Attentato a San Pietroburgo, morto Vladlen Tatarsky: arrestata una donna, bomba nascosta in una statuetta
Lunedì 3 Aprile 2023, 07:05 - Ultimo agg. 16:28
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Le forze di sicurezza russe hanno arrestato una ragazza di 26 anni, Daria Trepova, residente a San Pietroburgo, sospettata dell'attentato costato la vita al propagandista pro guerra in Ucraina  Vladlen Tatarsky avvenuto ieri. La donna avrebbe portato al caffè una scatola con un busto di Tatarsky, in cui era nascosto un ordigno. Non c'è ancora una conferma ufficiale di queste informazioni. Secondo altri media Daria Trepova era stata precedentemente fermata il 24 febbraio durante una manifestazione contro la guerra.

 

Lo scenario

Ad uccidere Tatarsky e a ferire oltre 25 persone sono stati oltre 200 grammi di Tnt. L'ufficio del procuratore del distretto Vasileostrovsky della città ha ordinato l'apertura di un'inchiesta. La matrice dell'attentato - autori, mandanti e movente - resta da definire, ma l'attenzione si concentra al momento sul profilo della vittima. Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), 40 anni, era diventato noto all'inizio dell'invasione russa in Ucraina, pubblicando video quotidiani intitolati Vecherny Vladlen (Evening Vladlen) in cui analizzava l'andamento della cosiddetta operazione speciale, dando anche consigli tecnici alle truppe mobilitate. Vicino a Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner, è morto in quello che stando ai media ucraini era proprio uno dei locali dello 'chef di Putin', lo Street Food Bar, tra la Neva e l'Università.

Video

«Probabilmente» è stata «una ragazza» a portare nel locale l'ordigno che ha ucciso il blogger, ha riferito una fonte citata dall'agenzia russa Ria Novosti, precisando che «c'era una statuetta nella scatola: un regalo destinato al signor Tatarsky».

Il gruppo Cyber Front Z, che sui social si autodefinisce «i soldati dell'informazione russa», ha rivelato di aver affittato il caffè per una serata dibattito dove lo stesso blogger avrebbe dovuto prendere la parola.

«C'è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate», ha riferito il gruppo su Telegram. Tatarsky, seguitissimo sui social con oltre mezzo milione di follower su Telegram, aveva girato e postato un video della cerimonia al Cremlino dove il presidente russo Vladimir Putin pronunciò il discorso dell'annessione delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Tatarsky in passato non aveva risparmiato critiche ai vertici militari russi dopo alcune disfatte subite e per l'inefficienza delle stesse truppe di Mosca. Il ministero degli Esteri russo ha reso omaggio a Tatarsky, mentre Kiev ha evocato la pista del «terrorismo interno», che sarebbe diventato uno «strumento di lotta politica», ha affermato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. E l'esplosione lascia aperti molti interrogativi. In particolare sul ruolo assunto dallo stesso Tatarsky e da Prigozhin sullo sfondo del conflitto in Ucraina e in particolare sulla guerra di potere che si combatte nella cerchia del Cremlino. Secondo il vice maresciallo dell'aeronautica britannica in pensione, Sean Bell, non ci sarebbero abbastanza dettagli per suggerire un mandante dietro l'esplosione, ritenendo al contempo «improbabile» che il governo ucraino sia coinvolto.

«Con l'aumento delle vittime russe della guerra in Ucraina, aumentano i disordini interni a casa», ha affermato. Secondo i media britannici se si avvalora l'ipotesi che Tatarsky sia stato deliberatamente preso di mira, allora il suo sarebbe il secondo assassinio sul suolo russo di una figura di alto profilo associata proprio alla guerra in Ucraina. Lo scorso agosto il servizio di sicurezza federale russo accusò i servizi segreti ucraini di aver ucciso Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un'autobomba vicino a Mosca. L'Ucraina ha però negato il suo coinvolgimento.

L'attentato arriva in un momento in cui le forze di Mosca registrano fallimenti in Donbass, e la Russia è sempre più isolata sul piano internazionale. Tuttavia Washington mantiene un canale aperto con Mosca con il preciso obiettivo di liberare il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, al telefono con il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, ne ha chiesto l'immediato rilascio. La risposta non poteva essere più secca: «Tocca a un tribunale decidere della sua sorte». A conferma del gelo persistente, Maria Zakharova si è scagliata contro l'occidente per la sua mancata reazione alla morte di Tatarsky: è una cosa che «parla da sola, nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera».

«Contrasti nel Cremlino»

L'assassinio del blogger potrebbe rivelare ulteriori fratture all'interno del Cremlino e della sua cerchia ristretta. Lo scrive nel suo ultimo report il think tank statunitense Isw (Institute for the study of the war). Gli analisti dell'Isw definiscono strana la dichiarazione di Prigozhin il quale ha detto che non avrebbe «incolpato il regime di Kiev» per la morte di Fomin e di Daria Dugina (assassinata in agosto) indicando come responsabile un gruppo di radicali russi. Secondo l'Isw l'attacco al bar di San Pietroburgo «potrebbe anche essere un tentativo di intimidire altri blogger militari affiliati a Wagner». Non solo: «È possibile che i funzionari russi intendano usare l'assassinio di Fomin per spingere l'autocensura della società civile russa che mette in discussione i progressi della guerra nei bar». In precedenza l'Isw aveva osservato le incursioni dei servizi russi nei bar di Mosca e San Pietroburgo in marzo accusando le persone di fornire assistenza finanziaria alle forze ucraine e di coinvolgere i minori in «atti antisociali».

L'analisi: monito alla Wagner

L'uccisione del blogger Vladlen Tatarsky (vero nome Maksym Fomin) può essere intesa come un monito al capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin. Lo scrivono gli analisti dell'American Institute for the Study of War (ISW), secondo cui «l'uccisione di Fomin in un bar legato a Wagner a San Pietroburgo potrebbe rivelare ulteriori fratture nel Cremlino e nella sua cerchia ristretta». L'assassinio di Fomin - sottolinea l'Isw - potrebbe essere la prova che la tolleranza di Vladimir Putin per i blogger militari si sta «generalmente indebolendo», ma potrebbe anche essere il risultato della «vicinanza di Fomin e Prigozhin». «L'omicidio di Fomin nel bar di Prigozhin è probabilmente parte di una più ampia escalation di conflitti interni russi che coinvolgono il gruppo Wagner. Fomin era un critico del comando militare russo e del Ministero della Difesa russo».

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