Influenza aviaria in Francia: galline, oche e tacchini di nuovo in lockdown. Focolai anche in Italia

Influenza aviaria in Francia: galline, oche e tacchini di nuovo in lockdown. Focolai anche in Italia
Venerdì 5 Novembre 2021, 11:09 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 03:50
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Galline, oche, anatre e tacchini in lockdown, anzi in confinement perché è in Francia che gli allevatori dovranno istituire uno sbarramento tra  pollame e volatili e il resto del mondo in quanto il rischio per questi animali di contrarre l'influenza aviaria è «elevato» in questo paese.

Lo si legge in un'ordinanza ufficiale che parla di «moltiplicazione di casi nei paesi vicini». L'aumento del livello di rischio implica che tutti gli allevamenti dovranno rinchiudere i polli per evitare contatti con gli uccelli migratori, potenzialmente portatori del virus dell'influenza aviaria. Un virus, l'aviaria, che, sempre potenzialmente, potrebbe essere trasmesso all'uomo.

Il governo spera di evitare che si ripeta il fenomeno dell'inverno scorso, quando la Francia contò circa 500 punti di contaminazione negli allevamenti, soprattutto nel sud-ovest del paese dove si produce più «foie gras».

La crisi portò alla fine all'abbattimento di 3,5 milioni di animali, soprattutto anatre. 

L'epidemia di influenza aviaria riguarda anche alcune zone d'Italia: ad esempio conta ad oggi sei focolai in provincia di Verona. L'attenzione degli allevatori è massima, con l'adozione di tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa. Lo rileva Confagricoltura Verona. «Il virus H5N1 viene descritto dagli esperti come particolarmente aggressivo e pericoloso e quindi la preoccupazione c'è - sottolinea Diego Zoccante, presidente della sezione di prodotto Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona -, ma sia l'Ulss che gli allevatori sono in possesso di un'esperienza ventennale in materia di aviaria e perciò, al momento, la situazione è sotto controllo». Dall'ultima grande epidemia, che è stata nel 2017, tutti i protocolli relativi alla sicurezza sono stati potenziati, con l'introduzione di pratiche mirate a tutelare al massimo gli allevamenti.

«Oltre allo stoccaggio e allo smaltimento delle carcasse - spiega - stiamo adottando una serie di forme di precauzione come la disinfezione di tutti i mezzi in entrata, il cambio di abbigliamento e scarpe dall'esterno all'interno, il divieto di entrata negli stabilimenti del personale non autorizzato. Sono norme che stanno tenendo, perché erano quattro anni che non registravamo più casi di aviaria». Il numero di animali abbattuti nei sei allevamenti veronesi ad oggi è di oltre 125.000 tacchini da carne. Nei pressi degli stabilimenti colpiti è stata rilevata una presenza consistente di animali selvatici come aironi, gazze e fagiani, che sono stati probabilmente il veicolo del virus. 

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