A pochi giorni dalla storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sull'aborto, emerge un caso assolutamente drammatico. Quello di una bambina di dieci anni, rimasta incinta dopo uno stupro, e impossibilitata ad accedere all'aborto per via delle leggi restrittive dello Stato in cui vive.
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A denunciare l'accaduto è stata, per prima, una ginecologa di Indianapolis (Indiana).
3 days after SCOTUS overturned Roe v. Wade, Dr. Caitlin Bernard, an Indianapolis OB-GYN, took a call from colleague, a child abuse doctor in Ohio.
The Buckeye state had outlawed any abortion after six weeks. Now this doctor had a 10yo patient who was six weeks & 3 days pregnant https://t.co/RTgcrLFEqb— Homa Bash (@HomaBashWEWS) July 2, 2022
«Negli ultimi dieci giorni, la clinica in cui lavoro è stata presa d'assalto da pazienti provenienti dall'Ohio e dal Kentucky» - spiega la ginecologa di Indianapolis - «È difficile immaginare che fra poco nemmeno noi saremo in grado di fornire assistenza». Intanto, però, la politica reagisce agli effetti della sentenza della Corte Suprema: gli Stati repubblicani hanno già fatto passare leggi più restrittive sull'aborto, quelli democratici stanno cercando di rafforzare le leggi che tutelano la libertà di scelta delle donne.
A 10 year old victim of abuse denied an abortion in OH because she was 3 days past 6 weeks pregnant. This is insane. She’s 10 years old! https://t.co/Ck8yBW2yDK
— Josh Stein (@JoshStein_) July 2, 2022
La terribile vicenda della bambina sta facendo discutere e sta diventando anche un caso politico. Il procuratore generale della Carolina del Nord, il democratico Josh Stein, ha commentato così il caso dell'aborto negato: «Una bambina di 10 anni, vittima di abusi, non potrà abortire perché incinta da sei settimane e tre giorni. È pazzesco. Ha 10 anni!».
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