Ci sono voluti ben 65 anni ma ora la polizia di Philadelphia ha finalmente dato un nome al bambino di quattro anni trovato morto in una scatola nel febbraio 1957. Fu indicato allora come il caso del «boy in the box» (il bambino nella scatola) e solo ora, grazie a una sofisticata ed innovativa analisi del Dna, è stato determinato che si chiamava Augustus Zarelli. Il bimbo fu trovato avvolto in una coperta e chiuso in uno scatolone di cartone abbandonato in un bosco alla periferia della città. Il corpo del piccolo mostrava segni di «traumi recenti e trascorsi», segnale che aveva subito «gravi maltrattamenti», con «multiple abrasioni, contusioni ed emorragie interne», ad indicare che era stato picchiato a morte.
La svolta nel cold case di Philadelphia
È stato il capo della polizia, Danielle Outlaw, ad annunciare la svolta in uno dei più antichi "cold cas" della città, ricordando che, nonostante il grande interesse pubblico suscitato dall'assassinio del bambino, nessun genitore o familiare si era fatto avanti. «Per 65 anni la storia di questo bambino senza nome ha ossessionato questa comunità e il suo dipartimento di polizia», ha detto ancora Outlaw, sottolineando che intere generazioni di poliziotti hanno cercato di risolvere il caso.
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