La Scozia è l'altra faccia del trionfo di Boris Johnson alle elezioni britanniche. Nel territorio del nord gli indipendentisti dell'Snp di Nicola Sturgeon, decisi a chiedere una rivincita referendaria anche e soprattutto sulla secessione da Londra come risposta alla Brexit, fanno il pieno: spazzando via tutti i partiti nazionali e quasi azzerando l'avanzata del 2017 degli stessi conservatori. Il dato indica l'Snp a quota 48 seggi su 59 disponibili, a un soffio dal record storico delle elezioni del 2015 e in netto recupero rispetto ai 35 di due anni fa.
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Sturgeon: ora libertà alla Scozia. La Brexit ha trionfato in Inghilterra, ma la Scozia «ha detto di nuovo no a Boris Johnson e alla Brexit» nelle elezioni britanniche di ieri e ha chiarito che «desidera un futuro diverso da quello scelto dal resto del Regno Unito». Così Nicola Sturgeon, leader degli indipendentisti dell'Snp, primo partito scozzese, in un discorso a Edimburgo. «Il nostro messaggio ha avuto un enorme successo», ha detto Sturgeon, evocando il voto come «uno spartiacque» e rilanciando la sfida «democratica» per un referendum bis sulla secessione.
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Per la leader Libdem Jo Swinson, «un'ondata di nazionalismo» ha travolto la Scozia e l'Inghilterra. «Alcuni celebreranno l'ondata di nazionalismo che spazza i due lati del confine, e io mi congratulo con tutti coloro che sono stati eletti», ha dichiarato. «Ma lasciatemi dire ora, per milioni di persone nel nostro paese questi risultati porteranno timore e sgomento e questa gente è in cerca di speranze». Swinson, che ha perso il seggio nel collegio scozzese dell'East Durbantonshire per appena 149 voti, ha quindi annunciato che farà nuove dichiarazioni in giornata.
Thank you to everyone across our great country who voted, who volunteered, who stood as candidates. We live in the greatest democracy in the world. pic.twitter.com/1MuEMXqWHq
— Boris Johnson (@BorisJohnson) 12 dicembre 2019