Il dato arriva proprio mentre Theresa May lancia un'offensiva mediatica sui domenicali più vicini al suo partito conservatore, Sunday Telegraph e Sunday Express, affermando che il suo governo non si fermerà nella Brexit e che porterà a termine un «accordo ambizioso» con Bruxelles. L'intervento della premier giunge dopo la cocente sconfitta ai Comuni su un emendamento alla Withdrawal Bill, la legge quadro sul divorzio dall'Ue, in seguito a una ribellione di 12 deputati Tory. La prossima settimana rischia una nuova rivolta contro l'inserimento nel testo di legge della data di addio all'Unione, il 29 marzo 2019.
E in questo contesto interviene critico il ministro degli Esteri Boris Johnson, che sottolinea come la Gran Bretagna non debba diventare uno «stato vassallo» dell'Unione.
Il capo del Foreign Office, noto per le sue posizioni euroscettiche, afferma in una intervista sul Sunday Times che dopo il divorzio il Regno dovrà avere piena libertà di introdurre sue leggi e regolamenti e di non essere quindi vincolato dall'intesa futura con Bruxelles.