Brexit, la Ue tende la mano a May: «Vertice straordinario a novembre»

Brexit, la Ue tende la mano a May: «Vertice straordinario a novembre»
di Cristina Marconi
Martedì 11 Settembre 2018, 10:30 - Ultimo agg. 12:29
3 Minuti di Lettura
LONDRA - Per Bruxelles l'accordo sulla Brexit potrebbe essere vicino, mentre da Londra il percorso appare più accidentato che mai, con la guerriglia da tempo in corso nel partito conservatore diventata ormai guerra aperta contro la piattaforma di soft Brexit presentata dalla premier Theresa May ai Chequers a luglio scorso. Una mano tesa all'inquilina di Downing Street è giunta dal negoziatore capo europeo, Michel Barnier, che ha definito possibile il raggiungimento di un'intesa nelle prossime sei o otto settimane a condizione che entrambe le parti siano «realistiche». Per Barnier il piano dei Chequers è un documento «molto importante» e «utile poiché definisce i desiderata del Regno Unito per le relazioni future», ed è per questo che è diventato un punto di riferimento nei negoziati. Da Bruxelles circolano voci non confermate di un possibile vertice europeo straordinario il 13 novembre, decisione che dovrebbe essere presa la settimana prossima al summit informale di Salisburgo e che permetterebbe alla May di andare alla convention dei conservatori che si terrà dal 30 settembre al 3 ottobre con un salvagente che la protegga dalla fronda degli euroscettici.
 
La sterlina ha recuperato sulla scia dell'ottimismo per una soluzione che scongiuri l'ipotesi di un «no deal», un mancato accordo che costringa l'Unione europea ad applicare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio ai suoi rapporti con il Regno Unito, con gravi danni per tutti. Tuttavia a Westminster, dove il piano dei Chequers ha già portato a una serie di dimissioni tra cui quella dell'ex responsabile del Foreign Office Boris Johnson, si moltiplicano le dichiarazioni bellicose e secondo l'ex sottosegretario Steve Baker ci sarebbero «almeno 80 colleghi pronti a votare contro» il piano.

Lo stesso Johnson nei giorni scorsi ha definito la piattaforma «una cintura esplosiva avvolta intorno alla costituzione britannica» con il detonatore nelle mani di Barnier, suscitando polemiche per aver usato questa immagine in un paese che ha sofferto tanto per il terrorismo nel 2017 Downing Street ha detto di non voler «dare ossigeno» a questo linguaggio - ma andando a mettere il dito nella piaga di una proposta che non piace ai Brexiters in quanto troppo morbida e non piace ai remainers in quanto soluzione alternativa rispetto al secondo referendum che molti vorrebbero. Secondo il documento, il Regno Unito manterrebbe «regole comuni» con la Ue su tutti i beni commerciabili, compresi quelli agricoli, in modo da non costringere a controlli doganali, in particolare tra Irlanda e Irlanda del Nord, ma mantenendo invece libertà sui servizi.

Inoltre la frontiera tra Regno Unito e Ue agirebbe da «territorio doganale combinato», con tariffe europee per i prodotti destinati all'Europa e tariffe britanniche per quelli rivolti al mercato nazionale, ma con l'interruzione della libera circolazione delle persone.

Oltre che per le consuete parole taglienti, la figura dell'ex ministro ed ex sindaco di Londra Johonson, eterno aspirante al posto di primo ministro, in questi giorni è al centro delle cronache politiche e non solo per la sua vita sentimentale molto turbolenta, che ha portato la moglie Marina Wheeler, con cui era sposato da 25 anni, a lasciarlo. La sua relazione con un'assistente trentenne, Carrie Symonds, è emersa da un dossier contenente numerosi elementi raccolti dalla cerchia di collaboratori della May per indebolire Boris nel caso si decidesse finalmente a scendere in campo per prendere il suo posto, dando seguito a una strategia iniziata da tempo. L'uomo ha carisma e il sostegno di alleati forti come il presidente statunitense Donald Trump, ma tra i Tories in molti giurano che non lavorerebbero mai per lui. Troppo infedele, politicamente e non.
© RIPRODUZIONE RISERVATA