Bruxelles, i vent'anni di Leopold e Bart dispersi, ritrovati tra i morti

Bruxelles, i vent'anni di Leopold e Bart dispersi, ritrovati tra i morti
di Valeria Arnaldi
Sabato 26 Marzo 2016, 09:09 - Ultimo agg. 09:10
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Una foto in vacanza, sul picco di una montagna, il vento che le muove i capelli. È questa l'immagine che Lauriane Visart ha scelto come copertina della sua pagina Facebook. Questo il ritratto che la madre Brigitte ha adottato per il proprio profilo, dopo gli attacchi parigini alla metro di Bruxelles, quando della sua bambina, classe 1987, ha perso ogni traccia. Poi, dopo giorni di ricerche e appelli, la notizia: Lauriane è deceduta a Maelbeek. Era la figlia del giornalista economico di RTBF Michel Visart. La piccola di casa - ultima nata di tre figlie - sempre sorridente, come dimostrano i suoi scatti, fiduciosa nel futuro, anche di quell'Europa cui aveva consacrato i suoi studi di diritto. Lauriane non è la più giovane tra le vittime di Bruxelles.

LA DONAZIONE DEGLI ORGANI
Dopo il ventenne Leopold Hecht, del quale i genitori hanno deciso la donazione degli organi - «Speriamo che questa decisione possa salvare una vita o aiutare qualche persona in difficoltà», ha detto la madre - è stato identificato il ventunenne Bart Migom. Era all'aeroporto, stava andando in Georgia a trovare la fidanzata. Si erano sentiti poco prima. La ragazza voleva assicurarsi che non facesse tardi per il volo, ma non c'era rischio: non vedevano l'ora di rivedersi. Bart era nella lista dei dispersi come tanti altri, ma ieri mattina il padre ne ha dato la notizia della morte.
È stato travolto dallo scoppio al check-in. Anche l'olandese Elita Weah, 41 anni, si stava recando negli Stati Uniti. Nessuna occasione felice per lei, ma una partenza dolorosa per prendere parte al funerale di un familiare. Lascia una figlia di 13 anni. Stavano tornando a New York Sascha e Alexander Pinczowski, fratello e sorella di origine olandese. I loro nomi erano nelle liste dei dispersi, poi ieri la conferma: uccisi entrambi negli attacchi. Avevano chiamato i parenti dopo il primo scoppio. Il secondo è avvenuto mentre erano ancora al telefono.
A Zaventem è morto pure il ventiquattrenne Frank Deng: si sarebbe dovuto imbarcare un'ora dopo. Ex-ambasciatore belga in Zaire e in Algeria, già console generale a Los Angeles, poi ambasciatore a Washington, infine rappresentante permanente all'Onu a New York, ha perso la vita André Adam, 79 anni. La moglie è in ospedale. I riconoscimenti procedono lentamente. La violenza delle esplosioni complica le procedure. Vengono sentiti i parenti per conoscere eventuali segni particolari dei dispersi.

LA LUNGA ATTESA
In alcuni casi si ricorre al Dna. I tempi si allungano, così l'attesa, che per alcuni però è sinonimo di speranza. Sono in tanti a pregare che i loro cari siano tra i feriti gravi, anche così gravi da non poter dire il loro nome o magari da non ricordarlo più, ma comunque vivi. Le liste dei dispersi si fanno più esigue, quelle delle vittime si ingrossano.
Ai nomi di Adelma Marina Tapia Ruiz - prima vittima riconosciuta - e Olivier Delespesse, si aggiungono quelli di molte persone che, nelle ultime ore, erano state protagoniste di intense ricerche on line. Non ce l'ha fatta Loubna Lafquiri, insegnante, madre di tre bambini, nella metro a Maelbeek. E sono cessate le ricerche dell'inglese David Dixon, 51 anni, programmatore informatico. Aveva contattato i familiari per tranquillizzarli dopo gli attacchi all'aeroporto, ma ha perso la vita nella metro. Lascia la compagna Charlotte e il figlio Henry, di cui avrebbe festeggiato il compleanno questo fine settimana. Tra le vittime, ancora, Yves Ciyombo Cibuabua, padre di due bimbi, e Fabienne Vansteenkiste, 51 anni. Mentre si chiariscono alcune nazionalità, continuano a mancare i nomi: un francese, due americani, un marocchino. Corpi ancora senza identità.