Burundi, decapitate tre suore italiane durante una rapina. Napolitano: «Un atto vile»

Burundi, decapitate tre suore italiane durante una rapina. Napolitano: «Un atto vile»
Lunedì 8 Settembre 2014, 00:09 - Ultimo agg. 9 Settembre, 10:57
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Orrore e sgomento per il massacro in Burundi di tre suore missionarie italiane, trucidate nel loro convento alla periferia di Bujumbura, la capitale del Paese africano dove le religiose saveriane erano impegnate da sette anni.

Delitti efferati, secondo le prime ricostruzioni della polizia, e ancora senza movente. Forse una rapina finita in tragedia, anche se dagli alloggi delle tre suore non sembra mancare nulla, nemmeno i soldi che erano in casa, riferiscono gli agenti. È stata smentita invece, da fonti missionarie saveriane, la violenza sessuale nei confronti delle suore, di cui aveva parlato il vice direttore della polizia burundese Godefroid Bizimana.

Un uomo è stato visto fuggire dalla scena del delitto con un coltello in mano.

Due sospetti sarebbero stati fermati e i tre guardiani del convento sono stati sottoposti ad interrogatorio. Al momento di certo c'è solo che le tre missionarie sono state uccise in due momenti diversi. Suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, di 75 e 83 anni, sono state massacrate domenica pomeriggio nel convento presso la parrocchia San Guido Maria Conforti, che sostiene un 'Centro pastorale giovanilè che in questi anni ha consentito l'incontro fra ragazzi di etnia hutu e tutsi fondato dai padri saveriani. L'assassino le ha sgozzate e poi si è accanito sul cadavere di una di loro colpendone ripetutamente il viso con una pietra, ha spiegato Bizimana.

La terza vittima, suor Bernardetta Boggian, di 79 anni, è stata invece uccisa nella notte tra domenica e lunedì. Era stata lei a ritrovare in una pozza di sangue i cadaveri delle consorelle, come ha raccontato all'agenzia Misna padre Mario Pulcini, superiore dei missionari saveriani in Burundi. Da lui Bernardetta era andata ieri pomeriggio dopo aver notato che dalla casa in cui alloggiava con suor Lucia e suor Olga «non c'erano segnali di vita, tutto era chiuso e con le tende tirate». Poco dopo la tragica scoperta dei due cadaveri martoriati. La religiosa ha comunque deciso di non abbandonare l'alloggio, scelta che probabilmente l'ha consegnata nelle mani dell'assassino rimasto nascosto. Anche per lei una fine cruenta: decapitata.

Padre Pulcini, che si era recato negli alloggi della suora verso le 2 di notte dopo aver sentito delle urla, ha raccontato infatti di essersi ritrovato di fronte a un «bagno di sangue». «Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l'autentica fraternità tra i popoli», è stato l'appello del Papa che si è detto «profondamente colpito dalla tragica morte» delle tre missionarie. Di «un atto vile ed esecrabile» ha parlato il capo dello Stato Giorgio Napolitano, mentre il premier Matteo Renzi lo ha definito un «gesto atroce che sgomenta per la ferocia rivolta» nei confronti delle vittime.

Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, in una nota, ha sottolineato che l'uccisione delle missionarie «è un grande dolore». Sotto shock la diocesi di Parma, della quale facevano parte le suore, e l'arcivescovo di Bujumbura, monsignor Evariste Ngoyagoye. Il vice presidente del paese africano, Prosper Bazombanza, si è detto «inorridito da tanta barbarie» e ha promesso di «fare luce sulla vicenda il prima possibile». In Burundi, uno dei paesi più poveri dell'Africa che nel 2006 è uscito da oltre dieci anni di guerra civile, i conventi erano già stati presi di mira. Il 27 novembre 2011, il cooperante italiano Francesco Bazzani era rimasto ucciso in un attacco a un convento a Ngozi, nel nord del Paese, insieme con una suora croata. I due assassini erano stati arrestati il giorno dopo e condannati all'ergastolo.

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