Caleb Wallace, no vax e leader della protesta no mask prende il Covid e muore: provò a curarsi a casa con l'Ivermectina

Caleb Wallace, no vax e leader della protesta no mask prende il Covid e muore: provò a curarsi a casa con l'Ivermectina
Caleb Wallace, no vax e leader della protesta no mask prende il Covid e muore: provò a curarsi a casa con l'Ivermectina
Domenica 29 Agosto 2021, 22:58 - Ultimo agg. 30 Agosto, 07:00
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Caleb Wallace, 30 anni, non ce l'ha fatta ed è morto ieri notte in Texas. Convinto no vax fu uno degli organizzatori della Freedom Rally, manifestazione no mask in Texas, negli Stati Uniti, nata in protesta contro tutte le restrizioni Covid. Dopo esser risultato positivo al coronavirus, tentò di curarsi con le fantomatiche "terapie domiciliari" sponsorizzate dai medici no vax assumendo anche l'Ivermectina, il farmaco antiparassitario che la Fda ha invitato a non usare per il virus e che ha provocato un aumento consistente di casi di avvelenamento. Ricoverato allo Shannon Medical Center di San Angelo dal 30 luglio, già nei giorni scorsi le sue condizioni erano apparse disperate con la moglie, incinta e madre di tre figli, chiamata a decidere se staccare la spina della macchina che lo teneva ancora in vita. 

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Ha provato a curarsi a casa con l'Ivermectina

Poche settimane prima di prendere il Covid, Wallace aveva collaborato all'organizzazione della manifestazione contro il «governo che ha il controllo delle nostre vite» e si era opposto pubblicamente a mascherine e vaccini.

In una lettera aperta al Distretto Scolastico Indipendente di San Angelo ad aprile, Wallace aveva affermato che c'erano «così poche prove che le mascherine funzionassero per chiunque» mentre chiedeva che «tutte le politiche relative al Covid fossero eliminate immediatamente». Wallace ha iniziato a manifestare i sintomi del Covid quattro giorni prima di essere ricoverato in ospedale, ma aveva rifiutato di sottoporsi al test provando a curarsi a casa assumendo vitamina C, zinco, aspirina e ivermectina. 

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La moglie disperata

Sua moglie Jessica, che aspetta il quarto figlio, ha raccontato l'agonia del marito: «Ogni volta che iniziava a tossire, subiva un attacco violento, poi gli mancava completamente il fiato. Era così testardo. Non voleva vedere un medico, perché non voleva far parte delle statistiche dei malati Covid». Ma quando le condizioni di Wallace sono peggiorate, è dovuto andare in ospedale e in pochi giorni è stato attaccato un ventilatore fino al decesso.

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«Non riusciva a respirare da solo», ha ammesso la donna. Mercoledì scorso la moglie ha condiviso un aggiornamento sulla sua pagina Facebook, dicendo che il decorso ospedaliero di suo marito «non stava andando bene». «Mi hanno chiamata dall'ospedale e hanno detto che avevano esaurito le opzioni - ha spiegato la donna - mi hanno chiesto il consenso a non rianimarlo e che sarebbe dipeso da noi decidere quando interrompere i trattamenti. Il mio cuore non ce la fa, non riesco a immaginare la mia vita senza di lui. Mi dispiace se non rispondo a nessuna chiamata o messaggio, sono a pezzi».

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