California e Covid: così con vaccini e mascherine è passata dal boom di contagi a esempio virtuoso

California e Covid: con vaccini e mascherine è passata dal boom di contagi a esempio virtuoso
California e Covid: con vaccini e mascherine è passata dal boom di contagi a esempio virtuoso
di Claudia Guasco
Lunedì 25 Ottobre 2021, 10:15 - Ultimo agg. 18:32
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Da epicentro del Covid, a Stato virtuoso nel contenimento della pandemia. Con il più basso tasso di infezione da coronavirus tra tutti gli Stati, grazie a un’aggressiva campagna vaccinale e all’obbligo di mascherine la California è riuscita a capovolgere lo scenario epidemico sul suo territorio.

VACCINO PER GLI STUDENTI

«È il risultato di una politica lungimirante in termini di politiche vaccinali», ha affermato l’epidemiologo John Brownstein, responsabile dell’innovazione presso il Boston Children’s Hospital e collaboratore di Abc News. Non appena le autorità sanitarie avranno dato il via libera definitivo per tutte le età, la California imporrà l’obbligo di vaccino per tutti gli studenti, ha annunciato qualche settimana fa il governatore Gavin Newsom. Per ora il vaccino contro il Covid è stato approvato dai 16 anni in poi, mentre è stata concesso solo l’autorizzazione di emergenza per chi ha dai 12 ai 15 anni. Una volta che le autorità federali avranno concesso l’ok definitivo anche ai 12-15 anni, lo stato richiederà l’obbligo di vaccino sia nelle scuole pubbliche sia in quelle private. Lo stesso vale per le scuole elementari.

TRASMISSIONE MODERATA

Intanto nell’ultima settimana lo Stato ha registrato un tasso di infezione di 61,1 casi ogni 100.000 abitanti, riportano i dati dei Centers for Disease Control and Prevention. È l’unico a essere classificato con un tasso di trasmissione «moderato», da 10 a 49 casi per 100.000 abitanti in sette giorni.

I livello superiore, da 50 a 99 casi per 100 mila abitanti, è stato registrato nelle Hawaii, in Florida, Louisiana, Connecticut, New Jersey, Mississippi, Maryland, Georgia e Washington Dc. Un tasso di almeno 100 casi per 100.000, etichettato come «alto», ha riguardato nell’ultima settimana Montana, Wyoming, Idaho e Alaska, che a partire da venerdì hanno avuto più di 450 casi ogni 100.000 persone. La media degli Stati Uniti nello stesso periodo è stata di 150,9.

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PIU’ FATTORI

Gli esperti hanno analizzato il fenomeno California, concludendo che il risultato positivo è l’effetto di una combinazione di fattori. «La somma di interventi come vaccini e uso delle mascherine può svolgere un ruolo davvero forte nel contenere la trasmissione», spiega Brownstein ad Abc News. Qui più del 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, secondo il Ccd, e lo Stato è anche leader nelle vaccinazioni totali somministrate, circa 53 milioni di dosi. Venerdì scorso il tasso medio nazionale di profilassi era del 66,2%. Essendo il primo Stato ad annunciare l’obbligo del vaccino anti Covid per le scuole, la California ha attuato una delle politiche più severe degli Usa nella lotta alla pandemia: il siero è obbligatorio per dipendenti statali, operatori sanitari, insegnanti e in grandi raduni al chiuso. «Più aggressiva è la campagna di vaccinazione, meglio è», ha detto a Abc News Todd Ellerin, direttore delle malattie infettive presso la South Shore Health. Dato che i vaccini sono lo strumento più potente che abbiamo per frenare la diffusione del Covid, gli esperti convengono che l’insistente azione della California su questo fronte abbia portato a risultati concreti. «I dati mostrano chiaramente che i vaccini offrono protezione per le persone prive di immunità, con importanti implicazioni per eradicare questa pandemia», ha scritto Francis Collins, direttore del National Institutes of Health, in un post riportato da Abc News.

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ANTICORPI

I tre vaccini anti Covid disponibili negli Stati Uniti hanno fatto sì che la California abbia il tasso di mortalità più basso del paese, con 0,3 decessi per 100.000 abitanti rispetto a una media nazionale di 2,7 vittime per 100.000 abitanti. Secondo gli esperti interpellati da Abc New, inoltre, i cittadini dopo aver affrontato le crudeli ondate di infezione lo scorso inverno seguite dalla Delta a luglio potrebbero aver acquisito anticorpi e più di un’immunità naturale al Covid. Questo, di concerto con i vaccini, determinerebbe una riduzione dei casi. Oltre alle rigide imposizioni sui vaccini, la California è stata irremovibile anche sull’uso dei dispositivi di protezione individuale, test di controllo e distanziamento sociale. Tutti i cittadini, indipendentemente dalla profilassi, sono tenuti a indossare la mascherina sui trasporti pubblici, negli ospedali e nelle scuole. Le mascherine sono obbligatorie per tutte le persone non vaccinate e raccomandate per chi è vaccinato in ambienti come teatri, negozi al dettaglio, ristoranti e bar. L’importanza del distanziamento e delle protezioni, sottolinea Abc News, è dimostrato dal caso dello Stato del Vermont, dove il tasso di vaccini è inferiore alla California ma ha una maggiore percentuale di residenti di 65 anni e oltre. Una ricerca mostra che la mobilità può essere un fattore incentivante della diffusione della malattia, in particolare attraverso i viaggi aerei o il trasporto di massa. E dove la popolazione è più anziana, ci sono meno spostamenti.

 

FESTIVITA’

L’attenzione ora è già proiettata alle prossime festività, il governatore californiano Gavin Newsom ha esortato i suoi cittadini a evitare il più possibile pranzi e cene con tanti invitati qualora gli ospedali tornassero sotto pressione. «Nel culmine della pandemia le persone erano rinchiuse, non si muovevano affatto, restavano a casa», riflette Brownstein. «Più persone si spostano e più assistiamo a una maggiore trasmissione». È stato dimostrato che il virus si diffonde soprattutto in ambienti chiusi e con persone molto vicine l’una all’altra, il clima soleggiato della California contribuisce al fatto che le persone trascorrano più tempo all’aperto. Rispetto a molti altri Stati, con l’avvicinarsi dell’inverno, la California è quindi «in una buona posizione», afferma Brownstein. «Con ogni probabilità la tendenza in atto è realistica e conseguenza di politiche come l’obbligo di mascherine, distanziamento, oltre alla strategia vaccinale».

 

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