Cantante vittima di bulli e adulti, si uccide a 16 anni: aveva partecipato ai talent

Cantante 16enne, vittima di bulli e adulti, si uccide a 16 anni: aveva partecipato ai talent
Cantante 16enne, vittima di bulli e adulti, si uccide a 16 anni: aveva partecipato ai talent
di Federica Macagnone
Martedì 20 Novembre 2018, 19:17 - Ultimo agg. 21 Novembre, 14:24
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Il 20 settembre scorso Trixie ha deciso di gettarsi per sempre dietro le spalle tutti i suoi sogni da 16enne, le speranze e il suo talento di cantante. Ha aspettato che i genitori uscissero, si è fatta una doccia e si è vestita e truccata per farsi bella per il suo appuntamento con la morte: appena pronta, nella sua casa di Gunnislake, in Cornovaglia, si è tolta la vita scrollandosi di dosso in un solo colpo anni di depressione, crisi d'ansia, problemi di disordine mentale e quegli attacchi ripetuti e feroci che venivano scagliati sui social contro di lei non solo da cyberbulli senza cervello e invidiosi del suo talento, ma anche dai loro genitori. Attacchi che ora la famiglia sta denunciando e sui quali la polizia ha deciso di aprire un'inchiesta.

Trixie era considerata una promessa della musica, aveva partecipato due volte a Britain's Got Talent e spesso si esibiva in vari locali. Davanti a lei, potenzialmente, un futuro radioso, minacciato però da una fragilità caratteriale che metteva a rischio il suo avvenire e contro la quale combatteva ogni giorno. Una fragilità alla quale hanno dato il colpo di grazia, appunto, il cyberbullismo e la ferocia gratuita dei tanti che online si accanivano contro di lei chiamandola come minimo "brutta" e "prostituta". E lei, che aveva passato anni difficili alle prese con cure e ricoveri per la sua stabilità mentale, indifesa di fronte a tutto ciò si ritrovava sempre più spesso in lacrime davanti al computer, tanto da decidere di cancellare il proprio account Facebook, salvo poi cadere in nuove crisi d'ansia perché non sapeva più cosa dicesse la gente sul suo conto. 

Il suo grande talento poggiava su una psiche di cristallo. Dopo essersi vista diagnosticare disturbi della personalità, già a 12 anni Trixie aveva cominciato a compiere atti di autolesionismo. «Penso che avesse problemi radicati che sarebbero stati comunque difficili da gestire - dice la nonna April Gunn, 66 anni - I social media non hanno causato i suoi problemi, ma certamente non hanno aiutato la sua instabilità mentale e la depressione che la attanagliavano».

«Mia nipote è stata orribilmente fraintesa e sottoposta a bullismo online. Non solo da parte dei ragazzi, ma anche dei loro genitori che dicevano cose orribili su di lei. Le scrivevano che sembrava una prostituta e che era brutta. Trixie aveva una straordinaria voce da cantante e penso che ci fossero tante persone gelose di lei. È facile scrivere online e insultare, i ragazzi la avvertono come una cosa che non è reale, perché non sanno quante lacrime e quanta sofferenza le loro parole possono provocare». 

«Anch'io cantavo, ma mia nipote era molto migliore di me: aveva qualcosa di speciale, un tocco naturale e una bella voce, era istintivamente portata per la musica, le bastava ascoltare un motivo una volta per sedersi al piano e suonarlo. Ma intorno a lei c'era tanta invidia per il suo look alternativo e per il suo talento». Un talento che la cattiveria umana ha spezzato per sempre.
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