Caso Khashoggi, Trudeau conferma l'esistenza delle registrazioni choc

Caso Khashoggi, Trudeau conferma l'esistenza delle registrazioni choc
di Erminia Voccia
Martedì 13 Novembre 2018, 16:29 - Ultimo agg. 14 Novembre, 06:44
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Il premier canadese Justin Trudeau è stato il primo leader occidentale a confermare l'esistenza delle registrazioni audio dell'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi. Trudeau ha anche affermato che tali registrazioni sono state trasmesse alle agenzie di intelligence, avvalorando le parole del presidente turco Erdogan, il quale sabato scorso aveva dichiarato di aver consegnato gli audio ai servizi segreti di Arabia Saudita, Usa, Regno Unito, Francia e Germania. Inizialmente nessuno aveva dato conferma di aver ascoltato le registrazioni ma Trudeau, intervenendo a Parigi durante le commemorazioni dei 100 anni dalla firma dell'armistizio, ha detto che l'intelligence canadese aveva ascoltato gli audio forniti dalla Turchia. A Parigi il primo ministro canadese ha avuto un nuovo scambio di opinioni con Erdogan e lo ha ringraziato per averlo aggiornato sul caso Khashoggi.

Jean-Yves Le Drian, Ministro degli Esteri francese, al contrario, aveva smentito il presidente turco dicendo di non essere al corrente che la Francia fosse in possesso delle registrazioni della morte dell'editorialista saudita. Intervistato dalla tv francese, Le Drian aveva accusato Erdogan di voler metter su un “gioco politico”e lo ha esortato a dare alla Francia le informazioni necessarie su Khashoggi a disposizione del governo turco. Questa smentita era stata ripresa dalla stampa saudita che ne ha approfittato per puntare il dito contro il presidente turco e contro i suoi piani volti a screditare l'immagine del principe ereditario Mohammed bin Salman, MbS. Fahrettin Altun, a capo delle comunicazioni dell'ufficio di presidenza turco, ha accusato il Ministro francese di tradire i fatti e ha confermato che gli audio sono arrivati alle agenzie più importanti del governo francese insieme alle trascrizioni. Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel aveva invece evitato commenti sullo scambio di informazioni tra servizi di intelligence relativo agli audio della morte di Khashoggi.

“Sto soffocando … Toglimi questa busta dalla testa, sono claustrofobico”, queste sarebbero state le ultime parole di Khashoggi prima di morire secondo il giornalista Nazif Kerman, a capo dell'inchiesta per il quotidiano turco Daily Sabah. I sauditi avrebbero quinci soffocato Khashoggi con una busta di plastica e l'omicidio sarebbe durato sette minuti ha spiegato il giornalista turco all'emittente araba con sede in Qatar al-Jazeera.



«Di' al tuo capo che la missione è compiuta», avrebbe detto uno degli uomini della squadra incaricata di uccidere il giornalista saudita. A riferirlo è il New York Times che scrive di una telefonata indirizzata a qualcuno in Arabia Saudita e che cita 3 fonti anonime a conoscenza degli audio raccolti dall'intelligence turca. “Il tuo capo” potrebbe essere Mohammed bin Salman, considerato il mandate dell'omicidio. Anche se gli audio risultassero convincenti, mancherebbe tuttavia la prova definitiva per incriminare MbS perché nelle registrazioni il principe non verrebbe nominato. A pronunciare la frase in arabo sarebbe stato Maher Abdulaziz Mutreb, figura molto vicina all'erede al trono saudita MbS, che potrebbe però essersi rivolto a un suo fedele consigliere. La frase tradotta dall'arabo sarebbe appunto traducibile con l'espressione «l'operazione è compiuta». L'Arabia Saudita si è stretta nuovamente intorno al suo erede al trono, lunedì 12 novembre gli ufficiali sauditi hanno commentato tali indiscrezioni negando che MbS sia a conoscenza di qualsiasi tipo di informazione in merito all'omicidio di Khashoggi. Nella versione audio fornita ai sauditi inoltre mancherebbe la frase “di' al tuo capo”, dato che potrebbe sollevare dubbi sul governo turco. I turchi infatti potrebbero aver confezionato diverse versioni delle registrazioni della morte del giornalista e delle telefonate partite dal consolato saudita il giorno dell'omicidio, dunque potrebbero aver selezionato il materiale decidendo in maniera ponderata cosa dare e a chi.







 
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