Choc in Portogallo: massacrati 540 cervi e cinghiali in una zona di caccia al centro del Paese. Sono 16 i cacciatori spagnoli di «crimine ambientale». Le foto del massacro degli animali selvatici sono state postate e condivise centinaia di volte sui social, suscitando l’ira della popolazione, oltre alle denunce delle autorità e dei difensori dell’ambiente.
E ora la (triste) vicenda potrebbe anche trasformarsi in un caso diplomatico tra Portogallo e Spagna.
Portuguese officials express outrage after 500+ deer and wild boar massacred in a hunting zone in the centre of the country https://t.co/Cjj7LMHj1k
— BBC News (World) (@BBCWorld) December 24, 2020
Secondo le informazioni diffuse dai media, il massacro è avvenuto in una fattoria della zona di caccia turistica di Torrebela, vicino ad Azambuja, a circa 40 km dalla capitale portoghese Lisbona, il 17 e 18 dicembre. In quell’area è consentito cacciare singoli animali, ma in questo caso pare sia morta la maggior parte della popolazione di cervi dell'area.
Fury in Portugal after more than 500 deer and wild boar are slaughtered by Spanish hunters https://t.co/P8gpxU8YgF
— Daily Mail Online (@MailOnline) December 25, 2020
«Le segnalazioni e le notizie in nostro possesso sul massacro indiscriminato di animali ci indicano che non ha nulla a che fare con la caccia, intesa come pratica che può contribuire al mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi», ha dichiarato il ministro dell’ambiente portoghese, annunciando l’apertura di un’inchiesta. La fattoria dove si sono svolti i fatti è un’area di 1.100 ettari totalmente recintata e murata, pertanto i 540 animali custoditi al suo interno non hanno potuto fuggire ai loro assassini.