
La casa di moda francese non produrrà più indumenti e accessori realizzati con pellicce di animali come il visone e il coniglio e con la pelle di coccodrillo o di pitone e investirà in ricerca e sviluppo per trovare materiali alternativi e vegetali. Un portavoce di Chanel ha spiegato alla Cnn che era diventato impossibile vendere certi prodotti e continuare a seguire standard etici. La decisione è stata accolta con grande favore da parte di Peta, People for the Ethical Treatment of Animals, l'organizzazione impegnata a denunciare gli orribili trattamenti a cui sono sottoposti gli animali per la produzione di beni di lusso su richiesta di grandi marchi. Il vicepresidente di Peta Tracy Reiman in un comunicato ha ringraziato Chanel e ha nuovamente invitato altre griffe, come Louis Vuitton, a seguire l'esempio dell'iconica casa di moda dalla doppia C. Gli attivisti di Peta da anni stavano provando a convincere Chanel a dire addio alle pellicce e alla pelle di animali e questa svolta della casa parigina è senz'altro una vittoria.

Peta per decenni ha denunciato il maltrattamento di animali, dall'Africa agli Stati Uniti. Un video diffuso dall'organizzazione nel 2015 aveva provato il maltrattamento di coccodrilli in alcuni allevamenti in Texas e in Zimbabwe. Lo choc provocato da quelle immagini aveva spinto l'attrice e cantante Jane Birkin a chiedere a Hermes di rimuovere il suo nome dalla famosissima borsa.
La battaglia di Peta ora si concentrerà sul resto delle case di moda che ancora permettono lo sfruttamento e la morte degli animali per accontentare i desideri di una nicchia di consumatori facoltosi. La prima di queste aziende del fashion è Louis Vuitton accusata di usare la pelle di coccodrilli violentemente uccisi in allevamenti in Vietnam per fabbricare le proprie borse. Chi non ha ancora abbracciato gli ideali degli animalisti è Fendi. Silvia Venturini una dei due direttori creativi della casa di moda fondata a Roma ad ottobre a dichiarato a Reuters che la pellicce vere sono uno dei tratti distintivi del marchio e che ognuno è libero di fare le proprie scelte.
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