Cina, l'hotel futuristico senza camerieri umani: i robot servono i cocktail

Cina, l'hotel futuristico senza camerieri umani: i robot servono i cocktail
di Erminia Voccia
Lunedì 28 Gennaio 2019, 18:32 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 17:00
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«Lei mi spiegò tutto con precisione. Ogni volta che parlando il suo sguardo incontrava il mio, arrossiva. Questo me la fece piacere ancora di più». Così il protagonista del libro di Murakami Haruki Dance Dance Dance descrive la ragazza della reception del Dolphin Hotel di Sapporo che ha il simpatico vizio di tirar su con il l'indice gli occhiali dalla punta del naso. Scene di questo tipo nell' “Hotel del futuro” di Alibaba a Hangzhou, nella Cina orientale, difficilmente potrebbero accadere. Il “FlyZoo” ha aperto da poco più di un mese a 170 km di distanza da Shanghai e poco lontano dal quartier generale del gigante dell'e-commerce cinese Alibaba.



Nell'albergo non c'è personale umano che interagisce con i clienti e tutto funziona grazie all'aiuto dell'intelligenza artificiale. Il check in è affidato a un sistema di riconoscimento facciale, così come l'apertura della porta della camera e l'ascensore, che porta il cliente automaticamente al piano desiderato. Una voce all'interno della camera chiude e apre le tende e accomoda le luci e la temperatura secondo i comandi vocali dell'ospite. I robot provvedono a portare asciugamani freschi di bucato, al ristorante servono i piatti, mentre al bar preparano più di una ventina di cocktail possibili.



«I robot – riferisce Reuters – sono parte di una serie di strumenti ad alta tecnologia grazie ai quali Alibaba intende tagliare i costi della forza lavoro umana». Tali strumenti, inoltre, consentono di «eliminare la necessità per gli ospiti di interagire con altre persone». Il personale umano non manca del tutto, ci sono per esempio addetti alle pulizie, che intervengono dietro chiamata automatica, e chef, anche se Alibaba non ha specificato il numero.
L'hotel anticipa un futuro che non sembra troppo lontano, perché l'intenzione di Alibaba, secondo Reuters, è fare di “FlyZoo” una sorta di incubatrice per la tecnologia da vendere all'industria alberghiera, mostrando in questo modo le capacità del colosso cinese di internet nell'intelligenza artificiale. Anche se, scrive Nikkei, Alibaba non punterebbe tanto al business alberghiero ma a perfezionare un tipo di tecnologia che spera di poter introdurre nei sistemi di vendita di prodotti on line.

Gli ospiti con carta di identità cinese possono fare il check in e il check out usando un'app sullo smartphone. Tutto è estremamente facile e veloce e, a detta di alcuni ospiti, anche molto sicuro. Quando l'ospite lascia l'albergo i suoi dati vengono cancellati, ha rassicurato Andy Wang, CEO di Alibaba Future Hotel Management, che si occupa di supervisionare il progetto. Ma in Cina più che altrove il pubblico pare abbastanza a proprio agio con le tecnologie che utilizzano dati personali e le norme che disciplinano la materia sono ridotte al minimo. Inoltre, il governo di Pechino fa sempre più affidamento su sistemi di sicurezza pubblici che adoperano dati biometrici e su strumenti quali il riconoscimento facciale. Nel luglio del 2017 la Cina ha varato un piano che puntava a fare del Paese il leader mondiale dell'intelligenza artificiale (AI) entro l'anno 2030. Lo sviluppo del settore dell'AI è funzionale al piano Made in China 2025, il vasto programma che punta a trasformare la Cina una potenza tecnologica in grado di vendere all'estero prodotti ad alto valore aggiunto e in grado di strappare agli Usa la supremazia in campo digitale.



L'Intelligenza artificiale era però già stata applicata al settore alberghiero. A luglio a Pechino è partito il progetto tra Baidu e InterContinetal Hotels Group che permette agli ospiti di accendere la tv e di cercare attrazioni turistiche nei paraggi semplicemente chiedendo al motore di ricerca in lingua cinese. La compagnia tecnologica Tencent, di base a Shenzhen, aveva iniziato a garantire gli stessi servizi agli operatori alberghieri di Zhuhai l'anno scorso.
Gli hotel automatici, che fanno quindi a meno di personale umano, non sono del tutto una novità. Come ricorda Nikkei, nel 2015 in Giappone ha aperto i battenti il primo hotel con personale robotizzato dove un dinosauro e un robot umanoide accolgono i clienti alla reception, aiutati da robot facchini. Nell'arcipelago giapponese il problema del taglio dei costi di lavoro è particolarmente sentito per via della scarsità di manodopera. A Singapore, invece, molti alberghi si affidano ai robot per i servizi in camera, rendendo più difficile la vita al personale in cane e ossa.

















 
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