Cina, le Olimpiadi invernali blindate: vietato urlare, applausi ok

Cina, le Olimpiadi invernali blindate: vietato urlare, applausi ok
di Erminia Voccia
Martedì 18 Gennaio 2022, 09:47
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Vietato gridare e intonare slogan allo stadio, si può solo battere le mani per applaudire gli atleti, vietato parlare in ascensore quando non è possibile rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro, anche se si indossa la mascherina Ffp2. Sono alcune delle norme base da rispettare durante tutto lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali di Pechino, che cominceranno il prossimo 4 febbraio, in un inizio 2022, anno della Tigre, minacciato dalla variante Omicron. Sempre che il pubblico ci sia, perché la vendita di biglietti ieri è stata annullata e i tagliandi saranno distribuiti a discrezione degli organizzatori. Del resto a pochi giorni dall'avvio dei Giochi in Cina quasi 20 milioni di cittadini distribuiti in 5 città sono in lockdown a seguito della segnalazione di nuovi contagi.

Per il governo di Pechino, con la variante Omicron che avanza, si fa sempre più complicato continuare a tener fede alla strategia zero casi di Covid che dalle prime fasi della pandemia ha caratterizzato l'approccio della leadership cinese al nuovo coronavirus. Il governo ha rafforzato i controlli sugli ingressi dall'estero, dopo che alcuni casi di infezione sono stati attribuiti al contatto con prodotti importati, non più soltanto surgelati. A Pechino si suppone che il primo caso di Omicron sia arrivato tramite posta. Domenica scorsa la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma ha invitato le amministrazioni locali a seguire un approccio più flessibile, introducendo provvedimenti misurati, valutando caso per caso, per provare a contenere l'impatto delle restrizioni sui festeggiamenti per il Capodanno cinese, che incombono, e i consumi interni.

Le regole per atleti, membri dei team, organizzazioni e giornalisti somigliano a quelle già viste in Giappone la scorsa estate, ma sono diventate più rigide. La prima differenza con Tokyo 2020 (al contrario di quanto previsto per i Giochi estivi giapponesi): per partecipare alle competizioni di Pechino 2022 tutti gli sportivi devono essere vaccinati, con il ciclo completo, secondo i parametri stabiliti dal Paese di provenienza. Chiunque non è vaccinato è obbligato a osservare una quarantena di 21 giorni in strutture predisposte. Chi al test è positivo viene spedito in isolamento.
La preparazione inizia prima e non è una preparazione soltanto atletica.

Per poter entrare in Cina, la forte raccomandazione è evitare di poter incorrere in situazioni che agevolino il contagio prima della partenza, significa evitare il contatto umano, ad esclusione di familiari e preparatori atletici, uscire solo se è necessario.

Prima di salire a bordo dell'aereo diretto a Pechino, chiunque è tenuto a presentare i risultati negativi di due test effettuati a minino di 24 ore distanza, uno dei due entro massimo 72 ore dalla partenza, i test devono essere condotti da laboratori autorizzati, si può leggere l'elenco sul sito del proprio consolato o della propria ambasciata. Se si è vaccinati ma si è contratto il Covid, entro 8 giorni lavorativi dalla partenza si deve inviare il proprio certificato di guarigione per la valutazione. All'arrivo all'aeroporto di Pechino, viene misurata due volte la temperatura, un passaggio lungo 45 minuti cronometrati. Se supera 37,3 e ci sono altri sintomi, il passeggero appena sbarcato viene trasferito in ospedale con un sistema apposito di trasporto che evita i contatti. Se la temperatura è normale, viene effettuato in test molecolare, si viene trasferiti nel proprio alloggio e si aspetta massimo 6 il risultato del test. Se il test è positivo, un medico, che può essere il professionista che segue l'atleta o un medico locale, stabilisce se ci sono sintomi o no e se è il caso di andare in isolamento in luoghi dedicati o in ospedale. Durante l'isolamento è vietato uscire, ma si può aprire la finestra per una boccata d'aria fresca. In tal caso, si ricostruisce la catena dei contatti, per esempio le persone che in areo sedevano nella stessa fila e nelle due file davanti e dietro.

All'interno della bolla olimpica, costruita per evitare che le persone impegnate con i Giochi possano avere contatti con i cittadini delle località dove si svolgono le competizioni, si deve seguire il percorso stabilito. Ci sono trasporti dedicati solo ai trasferimenti interni alla bolla, si deve indossare la mascherina Ffp2 o simili sempre, sia all'aperto che al chiuso, tranne quando si mangia o si beve o quando ci si allena. I ristoranti non saranno mai al completo, per garantire la distanza di sicurezza che dagli atleti è 2 metri; dalle altre persone un metro. Per tutti è obbligatorio un test molecolare al giorno.

Se un atleta risulta positivo va in isolamento, dove può allenarsi, e può uscire dopo due test negativi. Le autorità cinesi hanno promesso che valuteranno ogni caso, cercando di essere il più possibile accomodanti con gli sportivi. Ma la paura di uno slittamento delle gare o addirittura il rischio di veder sfumato il sogno olimpico, diventa una ragione di ulteriore pressione. Ciascun atleta è molto motivato a competere ma il pericolo con Omicron è sempre dietro l'angolo. «Sembra essere tornati a vivere nel marzo 2020», ha detto la sciatrice americana Hannah Soar ad Ap.
 

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